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Addio Teresa, Facebook saluta ‘l’anima bella’: la sua battaglia contro il tumore sul web

La ragazza di Andria aveva solo 33 anni ed era conosciuta in tutta Italia per aver trasformato la sua battaglia contro il cancro in un’opportunità per fare del bene e infondere fiducia e speranza nei malati, anche attraverso il progetto “(T)urban wave”: la creazione di turbanti che venivano distribuiti alle donne ricoverate in reparti oncologici.
A cura di Biagio Chiariello
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Teresa Calvano, 33enne di Andria, era conosciuta in tutta Italia per aver trasformato la sua battaglia contro il cancro in un’opportunità per fare del bene, soprattutto grazie alla pagina ‘Anime belle’, su Facebook, creata nella sua lunga e faticosa battaglia contro il male, l'osteosarcoma. Malattia che non le ha lasciato scampo: dopo mesi di lotta, è volata via. Teresa era diventata un punto di riferimento non solo per le persone che stavano lottando contro quel male, ma anche per i tanti giovani andriesi. Aveva migliaia di followers sui social e aveva trasformato la sua malattia in una opportunità con il progetto “(T)urban wave”: realizzava turbanti per camuffare le cadute di capelli e con i soldi raccolti sosteneva l'associazione “Onda d'urto” sulla ricerca per le cause scatenanti dei tumori in città.

Nel suo ultimo post, pubblicato il 31 dicembre, raccontava la sua grande gioia di poter ancora festeggiare con le sue due famiglie: quella di sangue che l'ha sempre supportata, e quella online che oggi la piange con i tantissimi commenti. “Non sto benissimo...ma mi sono detta perché non sistemarmi per le feste? Un po' di trucco ..un look più colorato e il gioco è fatto!
Non voglio elencare le cose del passato.. perché spero in un futuro migliore è voglio solo stare più tempo possibile su questa terra ..questa vita l'amo ASSAI
Mi godo stasera la mia famiglia che c'è sempre stata..il mio amore è sono la donna più felice del mondo”, erano state le sue parole. La scomparsa di Teresa non rappresenta una sconfitta: il suo coraggio e i suoi sorrisi saranno d’esempio per tanti altri malati.

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