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Accordo Governo – sindacati: si potrà anticipare la pensione di 3 anni e 7 mesi

Sindacati e presidenza del Consiglio hanno definito le caratteristiche dell’anticipo pensionistico destinato ai lavoratori interessati ad abbandonare il proprio posto di lavoro qualche anno prima. Dai 63 anni in su, quindi, i nati tra il 1951 e il 1954 potranno decidere di anticipare la pensione fino a 3,7 anni in cambio però del pagamento dei costi collegati. L’Ape sarà gratuito per gli assegni inferiori ai 1200 euro netti. Dura la reazione di Salvini: “Una truffa”.
A cura di Charlotte Matteini
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Dall'incontro tra i sindacati e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini sembra essere stato trovato l'accordo definitivo per il cosiddetto Ape, ovvero il piano di anticipo pensionistico dedicato a quei pensionati che desiderano lasciare qualche anno prima il lavoro. L'anticipo pensionistico definito dalle parti sociali e dal governo prevede quindi la possibilità per chi ha già compiuto 63 anni di poter anticipare l'entrata in pensione di 3 anni e 7 mesi. "Sessantré anni è la mediazione arrivata oggi, ma che era in viaggio da un po' di tempo", ha dichiarato segretario confederale Cisl, Maurizio Petriccioli.

Il sistema Ape verrà sperimentato per due anni ed entrerà in vigore il prossimo anno, nel 2017. Per i pensionati a basso reddito, ovvero dai 1.200 euro netti al mese in giù, non ci sarà alcuna penalizzazione economica, mentre per chi ha diritto a un assegno più alto, la penalizzazione mensile dipenderà dal numero di anni di anticipo pensionistico e dall'ammontare della pensione. L'Ape sarà completamente gratuito per i disoccupati e le categorie di lavoratori più svantaggiate. I sindacati allo stesso tempo hanno richiesto non fossero applicate penalizzazioni ai lavoratori che svolgono mansioni usuranti e a quelli che hanno iniziato a lavorare molto presto, ma sulle categorie che rientreranno nella deroga è ancora aperto il confronto e si attendono decisioni formali. Indiscrezioni rivelano, però, che le maglie potrebbero allargarsi per infermieri, maestre d'asilo e lavoratori dell'edilizia, che potrebbero accedere all'Ape a condizioni più favorevoli rispetto agli impiegati, per esempio.

Secondo quanto disposto dagli accordi tra le parti, potranno quindi anticipare l'entrata in pensione tutti i lavoratori nati tra il 1951 e il 1954, che potranno quindi decidere di andare in pensione da uno fino a 3 anni e sette mesi prima rispetto al limite imposto dalla riforma Fornero, a patto però di pagare di tasca propria parte dei costi derivanti dall'operazione. Chi deciderà quindi di usufruire l'Anticipo pensionistico, dunque, dovrà sottoscrivere un prestito previdenziale di durata ventennale il cui costo varierà a seconda del numero di anni di anticipo prescelti e dell'ammontare dell'assegno maturato, ovvero dal 4/5% fino al 15% per importi più elevati. Le prime simulazioni effettuate per determinare i costi a carico del contribuente hanno rivelato che la rata mensile dell'anticipo pensionistico per un solo anno oscillerà tra i 50 e i 60 euro al mese per vent'anni, mentre per chi sceglierà di anticipare più anni potrà arrivare a sfiorare i 150/200 euro mensili.

"L’anticipo pensionistico è per tutti, indipendentemente dalla gestione previdenziale. Quindi vale per gli autonomi, per le partite Iva della gestione separata, vale per artigiani e commercianti", ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini.

"Poiché parliamo di un contesto molto largo, credo che comunque sia importante e ragionevolmente prevedibile un apprezzamento del lavoro che abbiamo fatto e stiamo facendo proprio perché abbiamo portato questo tema dentro la legge di bilancio e lo faremo in maniera condivisa o, comunque, a seguito di un confronto molto approfondito", ha dichiarato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che non ha preso parte all'incontro con i sindacati per via di un altro impegno. Il confronto è servito a trovare un accordo sommario tra le parti e a definire alcuni dettagli, ma l'incontro definitivo è fissato per il 21 settembre.

Dura la reazione delle opposizioni, in particolare del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, che attacca il piano di anticipo pensionistico e lo definisce una "truffa": "Arriva la fregatura governo-sindacati: per andare in pensione a 63, 64 o 65 anni, prima di quanto previsto dall'infame legge Fornero, si dovrà sottoscrivere un prestito ventennale con una banca, che arriverà' a costare al pensionato fino a 200 euro al mese. Una truffa! Chiedere un prestito per riavere i propri soldi versati allo Stato. Per la Lega bisogna cancellare la legge Fornero, anche per aiutare i giovani: andare in pensione dopo quarant'anni di lavoro è un diritto".

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