Elezioni Romania 2025, i risultati del ballottaggio: vince l’europeista Dan, sconfitta l’estrema destra

È terminato lo spoglio dopo i ballottaggi alle elezioni in Romania 2025, il secondo turno si è svolto domenica 18 maggio e i risultati ufficiali sono arrivati: il vincitore è Nicusor Dan, che ha superato il candidato di estrema destra George Simion con il 53,6% circa dei voti . L'affluenza è stata al 66,7%, il dato più alto registrato nel Paese dal 1996.
I risultati del ballottaggio alle elezioni in Romania e l'affluenza alle urne
Con il 100% dei voti già contati, il vincitore è Nicusor Dan, sindaco europeista e moderato di Bucarest. Dan è arrivato al 53,6% dei consensi e ha superato di quasi otto punti George Simion, candidato della destra filorussa, che si è fermato al 46,4%. Il risultato era in parte in atteso, perché Simion aveva vinto il primo turno ottenendo il 40% dei voti, circa mentre Dan si era fermato attorno al 20%, quasi alla pari con il candidato della coalizione di governo, Crin Antonescu, arrivato terzo (e quindi escluso dal ballottaggio) per pochi decimi percentuali.
A votare è andato il 66,7% degli aventi diritto: un'affluenza record, che non si raggiungeva da quasi trent'anni, cioè dalle elezioni del 1996. L'elezione era stata convocata dopo l'annullamento di quella di novembre, in cui aveva vinto al primo turno il candidato di estrema destra Calin Georgescu, per irregolarità finanziarie e ingerenze russe sui social, specialmente TikTok.
Dan ha vinto con il 54% circa per cento dei voti, dunque. I numerosi romeni che hanno votato dall'estero (oltre 1,8 milioni) hanno dato in realtà la loro preferenza in maggioranza a Simion, con il 56%. Ma i voti ‘in casa' hanno consegnato la vittoria al candidato europeista. Dopo i primi exit poll, che non tenevano conto dei voti dall'estero, Simion si era autoproclamato vincitore. Ma con il proseguire dello scrutinio ha riconosciuto la sconfitta.
Chi è Nicusor Dan, il nuovo presidente della Romania dopo le elezioni 2025
Nicusor Dan, nato il 20 dicembre 1969, è il nuovo presidente della Romania. È considerato un liberale, sostenuto da forze politiche di centro o centro-destra, con posizioni europeiste, anche se in passato hanno attirato polemiche le sue dichiarazioni contro la comunità Lgbt (risalenti a prima del suo impegno politico), su cui ha poi detto di aver cambiato idea. Sindaco di Bucarest dal 2020, in precedenza era stato deputato dal 2016 con il partito da lui fondato, Usr (Unione Salvate la Romania), poi lasciato nel 2017.
Nato come attivista più che come politico, Dan si era candidato a sindaco di Bucarest come indipendente anche nel 2012 e 2016, e dopo aver ottenuto dei buoni risultati pur senza vincere aveva fondato un suo partito, improntato soprattutto alla lotta alla corruzione. Nel 2016 l'Usr era stata la terza forza alle elezioni.
Da giovane Dan era un matematico: a 18 e a 19 anni vinse per due volte la medaglia d'oro alle Olimpiadi della matematica. Dopo gli studi all'Università di Bucarest si trasferì a Parigi, dove ottenne una laurea magistrale e un master. Tornato in Romania, contribuì a fondare un'università sul modello della Scuola normale superiore di Parigi, dove poi insegnò per diversi anni.
Con il passare del tempo si dedicò sempre più all'attivismo politico. Già nel 2006 aveva fondato l'Associazione Salvate Bucarest, per tutelare il patrimonio architettonico e le aree verdi della capitale dall'amministrazione in carica (cosa che fece anche con diverse cause legali portate avanti negli anni). Si candidò come sindaco nel 2012 prendendo l'8,5% pur senza avere il sostegno di alcun partito, poi nuovamente nel 2016, quando ottenne il 30,5% soprattutto grazie ai giovani.
Sull'onda di quel risultato nacque il partito Unione Salvate la Romania, con cui Dan fu eletto deputato. Lo lasciò l'anno successivo, quando il partito dovette decidere come schierarsi riguardo a un referendum che avrebbe definito la famiglia come "unione tra un uomo e una donna". Molti esponenti dell'Usr volevano ufficialmente dichiararsi contrari (sarebbe stato l'unico partito nel Parlamento a farlo), mentre Dan chiedeva di non schierarsi: sia per motivi "religiosi" personali, sia per non "distrarre" dalla lotta alla corruzione e restare aperti sia a progressisti che conservatori. Alla fine il partito decise di prendere posizione, e Dan lo lasciò. Negli anni successivi, l'Usr ha comunque continuato a sostenere Dan in tutte le elezioni in cui si è presentato, inclusa quella per diventare presidente.