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Elezioni europee 2024

Il programma della Lega alle elezioni europee 2024: le proposte di Matteo Salvini

La Lega alle europee propone una retromarcia totale su agricoltura, case green e auto elettriche. Chiede di difendere i confini Ue dall’immigrazione illegale, e si schiera contro l’esercito comune europeo. Sulle politiche fiscali chiede più autonomia per gli Stati, ma anche una politica comune contro il dumping.
A cura di Pietro Forti
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Un'Europa meno presente e invadente nella vita politica (e non solo) del Paese. Gli obiettivi della Lega per le prossime elezioni europee dell'8-9 giugno sono riassunti nel titolo del programma, "Più Italia, Meno Europa", e articolati in nove capitoli. Oltre alla candidatura di Roberto Vannacci, è sulle battaglie di sempre che la Lega fa leva per ottenere un risultato soddisfacente alle urne.

La Lega è parte del gruppo sovranista e di Identità e Democrazia, di cui fanno parte altri partiti politici di primo piano come il Rassemblemént National di Marine Le Pen e il tedesco Alternative für Deutschland, tra gli schieramenti di estrema destra che dovrebbero raccogliere più seggi nel prossimo Parlamento europeo, o il partito di Geert Wilders (Partij voor de Vrijheid), che ha vinto le ultime elezioni nei Paesi Bassi e sta per formare un governo di coalizione di destra in patria. I temi sono comuni ai propri alleati europei: linea dura contro immigrazione e austerità in primis, ma tocca anche il tema della pace con la Russia. Il programma leghista, poi, attacca soprattutto l'agenda green dell'Unione europea: la retromarcia sulle riforme green è il punto più consistente del documento.

Contro il green "ritorna il buonsenso"

La proposta più importante della Lega per la prossima legislatura del Parlamento europeo è un provvedimento "omnibus" che riveda da cima a fondo il Green deal europeo, che secondo il Carroccio si sarebbe basato sulla falsa promessa di "non lasciare indietro nessuno". I provvedimenti principali, in questo senso, puntano a disdire gli impegni presi su agricoltura, edilizia e trasporto individuale.

Sul primo punto, le battaglie della Lega sono quelle di sempre: contro la cosiddetta "etichettatura nutrizionale a semaforo" e contro la diffusione della carne sintetica (meglio definita come "coltivata"). Allo stesso modo, in particolare a sostegno della pesca italiana, si chiede di evitare di approvare una tassa europea sul carburante che penalizzi i pescatori.

La Lega vuole una marcia indietro netta anche sulla direttiva che riguarda le case green, considerata un "sacrificio" del "nostro patrimonio immobiliare sull'altare dell'efficienza energetica", i cui "obiettivi e tempistiche eccessivamente stringenti generano un'inflazione da eccesso di domanda sulle materie prime e sulle tecnologie necessarie alla ristrutturazione". Allo stesso modo, il partito di Matteo Salvini chiede di eliminare la messa al bando del motore endotermico, prevista entro il 2035; di converso, la Lega chiede una "piena legittimazione dell'utilizzo dei biocarburanti" da inserire nella revisione del regolamento sulle emissioni, che è prevista per il 2026.

La tutela del mercato italiano ed europeo secondo la Lega

Restando sempre in ambito automotive, l'industria del trasporto individuale rimane un settore chiave per la Lega: chiede di tutelare in maniera prioritaria "una filiera che in Italia è espressione di eccellenza tecnologica" e che con 3mila imprese dà lavoro a circa 190mila persone. Secondo il Carroccio è necessaria una "re-industrializzazione autentica che sfrutti le tecnologie disponibili", con l'obiettivo anche di "ridurre la dipendenza da Paesi terzi, come la Cina". In questo senso si muove anche la proposta energetica della Lega, che vuole investire nel nucleare, nella ricerca "sui piccoli reattori modulari e sull'energia da fusione per un mix energetico diversificato", oltre che alle rinnovabili cosiddette "programmabili", come quelle idroelettriche, quelle geotermiche e quelle legate all'utilizzo di biomasse.

"Occorrono maggiori opportunità e meno vincoli per creare un ambiente economico favorevole – si legge nel programma – e incentivare la rilocalizzazione delle imprese in Europa". Per arrivare a fare ciò, secondo il Carroccio, è necessario "revisionare i presupposti di questa transizione verde, che esige un repentino ed eccessivo fabbisogno di materie prime": questa revisione sarebbe volta poi a favorire "l'estrazione, trasformazione e riciclaggio" di materie prime nell'Ue senza doversi rivolgere all'estero.

La "difesa dei confini" e l'immigrazione

La difesa dei confini europei è una battaglia storica di Identità e Democrazia, il partito europeo della Lega. "Dopo l'adozione del patto asilo e immigrazione – è scritto nel programma – l'Ue dovrebbe sostenere gli sforzi degli Stati facendosi carico di finanziare strumenti volti a prevenire l'attraversamento illegale delle frontiere": tra questi strumenti, il partito di Matteo Salvini propone la creazione di centri d'identificazione per migranti nei Paesi di transito e la creazione di regole per sanzionare i trafficanti di esseri umani.

Sul fronte guerra, però, le cose cambiano: oltre a "perseguire tutti gli sforzi diplomatici per arrivare a una soluzione condivisa e porre fine al conflitto" sorto in Ucraina dopo l'invasione della Russia, la Lega si dichiara contraria alla costituzione di un esercito europeo "la cui operatività potrebbe essere condizionata dagli squilibri esistenti oggi tra gli Stati membri".

Contro l'austerità, più libertà

La Lega è impegnata, in Europa come in Italia, nella valorizzazione delle autonomie locali e difende "la tutela degli interessi e l'equilibrio tra singoli Stati membri": per questo si schiera contro la proposta di abolire il voto all'unanimità in Consiglio europeo, onde evitare il "rischio di creazione di blocchi di Stati più forti".

Nella stessa direzione vanno le proposte contro l'austerità, contro la quale il Carroccio chiede che la materia fiscale resti competenza dei singoli Stati membri, oltre a politiche monetarie "più equilibrate e meno dannose per cittadini e imprese". In quest'ambito, tuttavia, per il mercato europeo la Lega chiede "un'armonizzazione minima in materia fiscale, in modo da evitare fenomeni di dumping fiscale tra Stati membri ad esclusivo vantaggio delle grandi multinazionali": una proposta in controtendenza rispetto all'autonomia fiscale richiesta per i singoli Stati membri.

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