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Cosa sta succedendo a Cuba: migliaia di persone in strada, è la più grande protesta degli ultimi 30 anni

Migliaia di persone sono scese in strada a Cuba, nelle proteste più grandi che ci sono state nell’isola dagli anni Novanta, quando il crollo dell’Unione sovietica ha peggiorato drasticamente le condizioni di vita nel Paese. Ci sono molte ragioni dietro lo scoppio delle manifestazioni: cibo e medicine che continuano a scarseggiare, prezzi in aumento, black out elettrici sempre più frequenti e un’economia ormai in ginocchio anche a causa della pandemia. I cubani, però, chiedono anche maggiori libertà e un cambiamento sostanziale nel governo.
A cura di Annalisa Girardi
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Migliaia di persone a Cuba sono scese in strada a protestare per la carenza di cibo e medicine, nonché contro il governo al grido di "Libertà!" in quella che è la più grande manifestazione di massa che l'isola ha visto in trent'anni. Le proteste sono iniziate in mattinata a San Antonio de los Baños, a sudovest di Havana, ma si sono presto diffuse anche in altre parti della capitale e del Paese grazie ai video che sono stati pubblicati su Facebook ora che, da circa due anni, il Paese ha legalizzato le connessioni private aprendo quindi all'accesso generalizzato a Internet. Ci sono molte ragioni dietro lo scoppio delle proteste: da un lato cibo e medicine che continuano a scarseggiare, i prezzi che aumentano, i black out elettrici sempre più frequenti, un'economia ormai in estrema sofferenza. Dall'altro i cubani chiedono più libertà e un cambiamento sostanziale nel governo.

Il peso della pandemia sulla crisi economica

La pandemia di coronavirus non ha fatto che peggiorare la situazione, bloccando di fatto i flussi turistici da cui dipende buona parte dell'economia dell'isola. E grazie al quale, soprattutto, i dollari potevano entrare nel Paese. Ora i prezzi di prodotti basici sono diventati proibitivi per moltissime persone e spesso per averne accesso si è costretti a lunghe file di ore per entrare nei supermercati. Secondo il ministero della Salute cubano oggi nel Paese, che conta circa 11 milioni di abitanti, ci sono più o meno 32 mila casi attivi. Ieri sono stati registrati quasi 7mila casi e 47 morti. Per ora solo il 15% della popolazione è totalmente vaccinato.

L'embargo statunitense durante l'era Trump

C'è poi la questione dell'embargo statunitense, che continua a pesare moltissimo sul Paese. Durante l'amministrazione di Donald Trump sono state imposte all'isola oltre 200 nuove sanzioni nel tentativo di sabotarne l'economia: misure che al momento non sono state toccate da Joe Biden. Il blocco economico (che il nostro Paese ha votato per rinnovare solo alcuni mesi fa) pesa sia sull'accesso a beni esterni, che sulle esportazioni dal Paese, colpendo duramente a 360 gradi la sua economia.

Gli scontri con la polizia e le dichiarazioni del presidente

Come abbiamo detto, quella che sta interessando Cuba in queste ore è la più grande protesta scoppiata nel Paese probabilmente dal 1994, quando il crollo dell'Unione Sovietica mise in ginocchio l'economia cubana, peggiorando nettamente le condizioni di vita sull'isola. Questa volta a diffondere velocemente le proteste ci hanno pensato Internet e i social network. Nelle ultime ore, mentre sempre più persone scendevano in strada per manifestare, si sono anche registrati scontri con le forze di polizia, alcuni dei quali sfociati in violenza. A quanto riportano alcuni media locali ci sarebbero anche stati degli arresti.

Il presidente cubano, Miguel Díaz-Canel, che da quest'anno ha anche succeduto a Raúl Castro (il fratello di Fidel) alla guida del partito comunista, il primo ad occupare l'incarico al di fuori della famiglia Castro, ha chiesto ai rivoluzionari di scendere loro stessi nelle piazze per difendere la rivoluzione cubana, accusando i manifestanti di essere mercenari e puntando il dito contro gli Stati Uniti per i disordini nell'isola.

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