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Usura, indagati i vertici di Bnl, Mps e Unicredit

La procura di Trani ha chiuso le indagini a carico dei vertici delle principali banche italiane. Nei guai c’è anche la Banca popolare di Bari. Coinvolti anche Tarantola (oggi presidente della Rai) e Saccomanni (ex ministro dell’Economia). Le accuse venissero provate, si metterebbe in ginocchio l’intero credito italiano.
A cura di Biagio Chiariello
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 Ci sono il presidente del Cda di Bnl Luigi Abete e l’ad Fabio Gallia; l’ex ad di Unicredit, Alessandro Profumo, ora presidente del Cda di Mps, e l’attuale Ad Federico Ghizzoni; l’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari e il suo vice Francesco Gaetano Caltagirone; i numeri uno della Popolare di Bari, il presidente Fulvio Saroli e l'amministratore delegato Marco Jacobin. Ma ci sono anche  due direttori generali della Banca d'Italia, Vincenzo Desario e Fabrizio Saccomanni, già ministro dell'Economia, due responsabili della Vigilanza bancaria, Francesco Frasca e Anna Maria Tarantola (oggi presidente della Rai). Poi sono presenti anche i nomi di diversi rappresentanti dei consigli di amministrazioni nel registro degli indagati della Procura di Trani. Sono tutti accusati di aver creato un sistema di tassi di usura con l'avallo di Bankitalia. Per la precisione sono sessantadue i destinatari dell’avviso di fine indagine. I dirigenti dalla Banca d'Italia e il ministero dell'Economia (Giuseppe Maresca) avrebbero, nelle rispettive cariche, "adottato determinazioni amministrative (leggi circolari e regolamenti, ndr) in contrasto/violazione della legge in materia di usura n.108 del 7/3/1996 così consapevolmente fornendo un contributo morale necessario ai fatti reato di usura materialmente commessi dalle banche".

Per la procura di Trani vanno processato tutti per usura

Secondo il pm inquirente, Michele Ruggiero, il reato di usura sarebbe stato compiuto dagli organismi di governance e di controllo delle banche con il concorso morale degli ex vertici di Bankitalia e di un attuale dirigente del dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia e Finanze. Questi ultimi – secondo l’accusa – “contravvenendo alle disposizioni della legge sull’usura, prescrivevano alle banche di calcolare (attraverso una particolare formula algoritmica) gli oneri dei finanziamenti concessi in rapporto al credito ‘accordato’, anziché (come richiesto dalla legge) a quello effettivamente ‘erogato/utilizzato’ dal cliente, così precostituendo le condizioni per unaelaborazione (e successiva segnalazione a Bankitalia) da parte della banche di tassi effettivi globali (cosiddetti Teg) falsati poiché più bassi di quelli effettivamente praticati”.

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