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USA, hackerato il sistema della Casa Bianca: il passaporto di Michelle Obama è online

Un’immagine di quello che sembra una copia scannerizzata del documento della first lady è stata diffusa in rete. In azione il gruppo DC Leaks di cui sono stati già vittima l’ex segretario di Stato Colin Powell e il magnate George Soros.
A cura di Biagio Chiariello
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DC Leaks, il gruppo di hacker che nei giorni scorsi era riuscito a rendere pubblica che le mail dell’ex segretario di Stato Colin Powell ha colpito ancora: stavolta ha rubare informazioni “sensibili” dalla mail di un collaboratore esterno della Casa Bianca, Ian Mellul: è così che il passaporto di Michelle Obama è stata diffusa in Rete, oltre ad indirizzi mail personali di dipendenti di livello basso della White House  che hanno lavorato con la campagna presidenziale di Hillary Clinton. La notizia è stata riportata dal sito ‘Politico' che afferma di non aver avuto un commento sulla notizia né dalla Casa Bianca né dal Secret Service, il corpo preposto alla sicurezza della first family americana. Il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest ha assicurato che l'amministrazione Obama ha preso molto sul serio il caso, mentre il ministra della Giustizia, Loretta Lynch, ha assicurato che si tratta di “una vicenda che stiamo esaminando”. Il portavoce dei servizi statunitensi, Cathy Milhoan, ha invece dichiarato che l'agenzia è al corrente di quella che la funzionaria ha definito "presunta" violazione di e-mail.

DC Leaks è lo stesso sito che aveva pubblicato le email rubate dal Democratic National Committee, azione che aveva avuto lo scopo di influenzare il dibattito politico in vista delle prossime elezioni presidenziali USA, in programma per il mese di novembre. Per l'attacco di allora vi erano stati forti sospetti verso pirati informati affilati al governo russo, sebbene non fosse stata fatta alcuna pubblica dichiarazione di attribuzione. Sul web era poi finita la corrispondenza personale dell'ex segretario di Stato americano Colin Powell, in cui si lascia andare a commenti poco lusinghieri su Hillary Clinton. In precedenza Dc Leaks aveva preso di mira anche George Soros, pubblicando i file rubati dai database della Open Society Foundation dell'imprenditore ungherese americano.

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