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Opinioni

Tutto quello che sai sulla giustizia in Italia è sbagliato. Ecco perché

‘Più di 5 milioni di arretrati nel civile’: il ritornello a uso mediatico usato spesso dai politici è smentito dai numeri. I processi più lenti sono al Sud mentre al Nord il problema è la mancanza di personale. Ma in entrambi i casi ci sono eccezioni positive.
A cura di Valigia Blu
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"Una lumaca". Se a qualcuno chiedete un parere sulla macchina della giustizia italiana, vi risponderà quasi sicuramente con quell'immagine. E non avrebbe tutti i torti, visto che, come scrive Davide Mancino sull'Espresso, secondo gli ultimi dati Ocse, «la durata media di un processo civile è di 8 anni, mentre in Spagna e Francia ne occorrono poco più di due».

Ma dai dati presentati oggi al ministero della Giustizia nel corso della giornata della trasparenza, alla presenza del ministro Andrea Orlando e di Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, lo stato di salute della macchina giudiziaria si manifesta in maniera più articolata e in alcuni casi meno drammatico di quanto si pensi. «Si dicono cose cattive sul conto dell'Italia che non sempre corrispondono al vero» ha detto Mario Barbuto, capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria. Ad esempio la storia, ripetuta più volte da politici e giornali, dei 5,2 milioni di arretrati nella giustizia civile è «sempre il solito ritornello», ha continuato Barbuto.
Dagli elenchi di produttività, di organico, di durata delle cause e altro ancora (cliccando sui pallini delle due mappe si possono vedere le voci) dei 139 tribunali ordinari e delle 29 corti d'appello in Italia, si può vedere come cambia la rapidità di lavoro dei palazzi di giustizia da Nord a Sud, come si configura il problema della mancanza di personale soprattutto nei tribunali settentrionali o come si quantifica e diversifica nel dettaglio il numero dell'arretrato di cause negli uffici giudiziari.

I numeri dei tribunali ordinari

La durata dei processi

La macchina della giustizia civile in Italia ha dunque diverse marce. Si passa da quella più veloce di Aosta con i suoi 104 giorni, a quella di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, che per arrivare a sentenza impiega 1259 giorni, cioè undici volte il tempo del capoluogo della Valle d'Aosta.
Dai dati pubblicati dal ministero, per vedere la fine di un processo di primo grado mediamente ci vuole poco più di un anno e un mese. Sulla totalità dei tribunali, il 41% supera questa media. Di questi più della metà si trova al Sud (il 55%). La restante parte si divide tra il Centro Italia con il 17% e le Isole con il 27%. Al contrario, nessuno dei tribunali del Nord è oltre il valore medio.

Quanti sono gli arretrati

Nel 2011 Matteo Renzi, alla prima Leopolda, parlò di un'Italia intrappolata in «oltre 5 milioni di cause civili pendenti presso i tribunali». Una cifra ripresa, tre anni dopo, quando a fine agosto scorso ha presentato da capo del governo la riforma della giustizia civile, che punta, tra le altre cose, al dimezzamento dell'arretrato.
Mario Barbuto, responsabile del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, in un'intervista a La Stampa, ha spiegato che la cifra di "5,2 milioni" per indicare gli arretrati nei tribunali italiani non è però statisticamente corretta perché nel computo venivano «considerati 300 mila procedimenti a tutela che per definizione non hanno esito in una sentenza»:

Più del 70% delle pendenze civili risulta essere stato iscritto nell’ultimo triennio e dobbiamo considerarlo una “giacenza” fisiologica perché i tribunali non sfornano sentenze come una fabbrica che produce “just in time”; soltanto il 30% costituisce tecnicamente un “arretrato” in senso stretto, ossia cause più vecchie di tre anni per gli uffici di primo grado e di due anni per quelli di secondo grado. Questa è la patologia su cui intervenire.

Partendo da queste considerazioni, si può vedere come secondo i dati pubblicati dal ministero della Giustizia – aggiornati al 31 dicembre 2013 – le cause pendenti nei tribunali civili d'Italia siano oltre 2 milioni, mentre quelle che sono in attesa da più di tre anni sono quasi 620 mila. Queste cause sono «a rischio di risarcimento da parte dello Stato», come scrive Francesco Gragnetti su La Stampa e rappresentano il 28% del totale.
Nella classifica dei tribunali con più procedimenti in corso, nelle prime dieci posizioni è concentrato il 36% delle cause, mentre nelle prime venti se ne trova la metà. Mediamente ogni tribunale ha da smaltire 15.868 cause. Sull'intero territorio nazionale una quarantina di tribunali supera il valore medio e sono distribuiti per il 54% al Sud, il 22% al Nord, il 13% al Centro e  il 10% nelle Isole.

Nella graduatoria dei palazzi di giustizia in cui l'arretrato supera i tre anni, le primi dieci posizioni corrispondono al 41% del totale, mentre le prime 20 quasi al 60%. In media ogni tribunale ha da smaltire il 27% delle cause ultra triennali. Quarantasei tribunali superano questa valore, distribuendosi anche in questo caso nella maggior parte al Sud (50%), il 24% nelle regioni centrali, solo il 9% al Nord e il 17% in Sicilia e Sardegna.

Questo arretrato non è direttamente collegato e proporzionato alla popolazione. In media ogni tribunale civili serve 11 mila cittadini. «Ebbene, – scrive ancora Grignetti – i migliori 10 tribunali per performance spesso servono bacini più vasti della media: si va dai 15 mila di Asti ai 18 mila di Lanciano, addirittura i 22 mila di Lecco o i 28 mila di Ivrea». «Viceversa – conclude il giornalista –  tra i peggiori 10 il rapporto tra magistrati togati e popolazione servita non è affatto sfavorevole: 7 mila a Patti, 8 mila a Vibo Valentia, 9 mila a Lamezia e Barcellona Pozzo di Gotto, 10 mila a Foggia e Vallo della Lucania».

Posti vacanti dei magistrati e del personale amministrativo

Stando ai dati forniti dal ministero, nei tribunali civili italiani su oltre 5 mila giudici, ci sono quasi 800 posti vacanti. In media il "tasso di scopertura" è del 14,4% per ogni tribunale. Dei 139 palazzi di giustizia, più della metà supera questo valore. Di questi, il 32% si trova al Nord, il 30% al Sud, il 22% nelle Isole, mentre le regioni centrali registrano un dato più basso (il 15%).

Tra i problemi più gravi per il funzionamento dei tribunali c'è la carenza del personale amministrativo. Una questione che alimenta la lentezza della macchina giudiziaria italiana perché, come scrive Valentina Maglione sul Sole 24 ore, «porta con sé udienze ridotte, notifiche bloccate, sportelli con orari di apertura al pubblico ridimensionati». Mediamente, nei tribunali italiani manca il 16,8% del personale. Superano questa percentuale 63 tribunali, il 52% di questi è al Nord. Spostandosi, il dato si abbassa:  il 22% dei tribunali con importante carenza di personale organico si trova nelle regioni centrali, il 17,5% al Sud e il 5% nelle Isole.

I numeri delle Corti d'appello

Tra i dati del ministero della Giustizia, ci sono anche quelli che descrivono il lavoro e l'organico delle 29 corti d'appello sul territorio nazionale.
Riguardo la giacenza media di un procedimento emerge che questi giudici arrivano a giudizio dopo tre anni. È dunque nel secondo grado di un processo che i tempi si allungano. Il 31% (9) delle corti di appello in Italia supera questo valore medio. I picchi di lentezza sono toccati a Napoli e Roma dove servono circa 4 anni per avere un verdetto. Reggio Calabria, Catania, Bologna, Perugia e Venezia viaggiano tra i tre e i quattro anni.

Dal punti di vista del numero dei pendenti, le corti di appello hanno in totalità quasi 400 mila cause. Di queste il 30% (118.719) supera i tre anni, risultando quindi l'arretrato più pesante. Il 60% (17) delle corti italiane sono al di là della media del 29,8%. La maggior parte (7) sono al Sud, seguita di poco dal Nord (5), seguito da Sicilia e Sardegna con 3 corti d'appello e infine il Centro con 2.

Tra i giudici di secondo grado il "tasso di scopertura" raggiunge in media il 9%. Su 29 tribunali, il 55% (16) superano però questo valore medio: il Sud guida la classifica con 7 corti, il Nord al secondo posto con 5. Si passa poi alle due nelle Isole. Nelle regioni centrali, al contrario, nessuna corte di appello supera la media del "tasso di scopertura".
Alto anche il numero delle corti che hanno posti vacanti nel personale amministrativo. Oltre la metà (il 55%) di questi tribunali superano la media (all'11,4%) di carenza di personale. Il numeri più grande di questi si concentrano al Nord (7), poi al Sud (6), due nelle Isole e una in Centro.

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