14 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Togliere i figli ai papà mafiosi e ndranghetisti. La proposta choc del Pd

L’iniziativa, come riporta La Stampa, è del renziano Ernesto Carbone, sulla base di una sentenza della Procura di Reggio che tolse i figli al boss De Stefano: “sarà un deterrente”.
A cura di B. C.
14 CONDIVISIONI
Immagine

 Togliere i figli ai boss di Mafia e ‘Ndrangheta condannati perché essendo "costretti a subire come normali, complici le madri, esempi estremi di vita criminale" la loro è una situazione "è ben più grave di quella qualificabile come semplice abbandono". Oltre ai patrimoni, quindi, i criminali si vedrebbero sottratta anche la patria potestà. L'obiettivo è abbattere con ogni modo il circolo vizioso  ed evitare che i figli di mafiosi e ‘ndranghetisti ricalchino le orme dei loro padri. E' una proposta indubbiamente discutibile quella che il parlamentare Ernesto Carbone, Pd, ha depositato alla Camera. La chiave "inibitoria” che Carbone vorrebbe introdurre troverebbe la sua ragion d’essere in una sentenza della Procura di Reggio che chiese ottenne la decadenza dalla potestà genitoriale per il capomafia Giuseppe De Stefano e nei racconti dei pentiti che riferiscono del cosiddetto rituale della ‘smuzzunata', ovvero il battesimo del figlio ‘ndranghetista che entra a far parte dell’associazione mafiosa quando è ancora neonato.

La notizia è riportata su La Stampa: "Quando la moglie di uno ‘ndranghetista' di grado elevato mette al mondo un figlio maschio, quest’ultimo viene battezzato nelle fasce con la cosiddetta ‘smuzzunata' e, per il rispetto goduto dal genitore, entra a far parte dell’associazione sin dai primi giorni di vita. Percorrerà così tutta la gerarchia mafiosa e sicuramente sarà agevolato dalla presenza paterna all’interno della famiglia”. A fare da giurisprudenza, come detto, la decisione dei magistrati reggini. Queste le parole della Procura: "La situazione dei figli di mafiosi costretti a subire come normali, complici le madri, esempi estremi di vita criminale è sicuramente una situazione ben più grave di quella qualificabile come semplice abbandono. […] la famiglia di ‘ndrangheta, funzionando come palestra di addestramento al crimine elevato a sistema di vita, cessa di essere una cellula educativa della società civile". Per questo il Tribunale dei minori decise di agire riconoscendo in quella formazione “una forma di schiavitù che aliena i figli dalla vita normale e li prepara ad un futuro fatto di certa inclinazione criminale”.

14 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views