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Peppina, terremotata di 95 sfrattata a sorpresa: “Non mi muovo, ammanettatemi”

La donna si era ricostruita una casetta di legno su un terreno edificabile privato, ma è stata sfrattata questa mattina, senza nessun preavviso e senza avvisare le figlie, per non aver espletato un iter burocratico. La figlia: “Lo sfratto di mia madre in queste modalità è stata un’operazione infame e ignobile”.
A cura di Davide Falcioni
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"E' un'infamia. E' accaduto qualcosa di ignobile". Non usa mezzi termini Agata, la figlia di Giuseppina Fattori, nel commentare l'esecuzione dello sfratto della madre avvenuto, del tutto a sorpresa e senza alcun preavviso, questa mattina. Come si ricorderà l'anziana donna – terremotata – da alcuni giorni era tornata a vivere in una casetta di legno costruita su un terreno privato ed edificabile a San Martino di Fiastra, in provincia di Macerata. Era lì che aveva deciso di tornare dopo che il terremoto del 26 ottobre ha danneggiato la sua casa. Ed è li che le figlie avevano deciso di realizzarle una casetta di legno a regola d'arte, richiedendo tutte le autorizzazioni ma – vista l'anziana età di Peppina – procedendo comunque con i lavori per portarli a termine prima possibile.

Ebbene, proprio la mancanza delle autorizzazioni formali aveva determinato alcuni giorni fa un'ordinanza di sgombero dell'edificio. Le figlie di Peppina, d'accordo con le autorità, avevano concordato lo sfratto per lunedì pomeriggio, ma i carabinieri del nucleo forestale si sono presentati questa mattina, a sorpresa: "Né io né mia sorella siamo state avvertite. Solo mio cognato, che si trovava nei pressi della casa per altre ragioni, ha assistito allo sfratto. E' stata un'operazione infame effettuata di nascosto e senza rispettare gli accordo per evitare clamore mediatico". Peppina, all'arrivo dei carabinieri, avrebbe detto: "Io non mi muovo da qui, ci sto lo stesso. Poi venga lei a mettermi le manette".

La storia di Peppina, terremotata di 95 anni

Un clamore mediatico a dire il vero già ampiamente determinato da una lettera aperta scritta dalle figlie di Peppina: "La sera del 26 ottobre siamo andati a prendere mia madre, che viveva sola a San Martino, una frazione di Fiastra. Le abbiamo risparmiato il dramma di vedere la sua casa sbriciolarsi". Dopo aver vissuto per sette mesi insieme alle figlie "nulla è stato più forte della nostalgia per la casa. Contro il nostro volere, è tornata a San Martino, in un container acquistato nel 1997 per l’altro terremoto. Condizioni di vita al limite della sopravvivenza, senza servizi igienici, senz’acqua né energia elettrica". Dopo aver acquistato un box sanitario, viste le temperature estreme registrate la scorsa estate, le figlie della donna hanno deciso di acquistare una casetta di legno e alloggiarla su un terreno privato edificabile.

Espletate le pratiche burocratiche, e dopo aver ottenuto le rassicurazioni da parte del sindaco sulla fattibilità dell'operazione, la casetta è stata costruita e aperta a Peppina: "Vedendo che queste casette stavano sorgendo ovunque, con le rassicurazioni del sindaco abbiamo avviato i lavori. Abbiamo commissionato un’indagine geologica, abbiamo rispettato le distanze dalle strade, abbiamo avuto il parere favorevole del Parco per gli interventi sulla vegetazione, abbiamo prodotto in sanatoria a firma di un ingegnere la pratica al genio civile di Macerata e la casa in tempi record ha avuto la luce". Poi però è arrivata la burocrazia: dopo una segnalazione dei Carabinieri il Comune di Fiastra ha emesso un'ordinanza per interrompere i lavori, "ma ormai era quasi tutto fatto, e così all’inizio di agosto abbiamo potuto strappare mia madre ai 50 gradi del container". Peppina Fattori viveva lì fino a questa mattina, quando sono stati posti i sigilli all'abitazione.

AGGIORNAMENTO -Dopo l'arrivo dei carabinieri della Forestale ieri con i sigilli, a Giuseppa Fattori "Peppina" è stato permesso di rimanere per 15 giorni nella casetta, dove però può entrare solo il genero, nominato suo custode giudiziario. La pm di turno – spiega il procuratore Giorgio in una nota – "ha concesso una dilazione nell'esecuzione del provvedimento in attesa che pervenga la documentazione in sanatoria specie quella antisismica, che per ovvi motivi non può essere omessa anche a tutela di chi va a vivere nelle casette. Il disagio connesso al sisma – fa presente – non può essere superato da un, pur comprensibile, fai-da-te, specie in zone a rischio terremoto e per di più in casi che riguardano anziani".

"Abbiamo trasmesso la richiesta in sanatoria e tutta la documentazione al genio civile a fine luglio – dice la figlia di ‘Peppina', Gabriella Turchetti -, due giorni fa è stata recapitata al Comune di Fiastra". Mia madre ha trascorso la notte nella casetta di legno da sola. Stamattina è scesa nel container, comperato per il terremoto del 1997, dove le figlie si alternano per accudirla.

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