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Studenti fuori sede, una proposta di legge per farli votare nella città in cui studiano

Per la ministra Anna Finocchiaro “in un momento in cui assistiamo a una crisi del rapporto tra l’elettorato e le istituzioni, il fatto di far sì che i giovani studenti fuori sede possano esprimere la propria opzione è un fatto di significato politico essenziale”.
A cura di Susanna Picone
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“Quando finalmente il Parlamento si accingerà a scrivere e ad approvare la nuova legge elettorale non potrà dimenticare di inserire una norma che favorisca il voto degli studenti fuori sede”. È quanto ha detto la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, intervenendo a Montecitorio alla presentazione della proposta di legge del Partito Democratico che delega il governo a introdurre delle misure che permettano agli studenti fuori sede in Italia di esercitare il proprio diritto di voto senza dover necessariamente tornare a casa, presso i comuni di residenza. Secondo Finocchiaro, consentire ai giovani che si trovano in un'altra città per motivi di studio di esercitare il loro diritto al voto “ha un significato politico essenziale” soprattutto considerato il calo costante dei dati dell'affluenza alle urne. “In un momento in cui assistiamo a una crisi del rapporto tra l'elettorato e le istituzioni, il fatto di far sì che i giovani studenti fuori sede possano esprimere la propria opzione è un fatto di significato politico essenziale”, ha appunto affermato la ministra.

“Spesso le consultazioni elettorali coincidono con le sessioni di esami degli studenti” – La proposta di legge del Pd è stata presentata alla Camera da Emanuele Lodolini e al Senato da Silvana Amati. La scelta di intervenire sulla legislazione e consentire agli studenti fuori sede di votare nella città in cui studiano secondo la senatrice del Pd è un fatto importante “non solo perché in questi casi i giovani devono affrontare disagi economici ma anche perché spesso le consultazioni elettorali coincidono con le sessioni di esami e così i ragazzi vengono distratti dal loro impegno principale”. Lodolini e Amati sottolineano che la proposta di legge nasce dalla sollecitazione dei “giovani democratici”, e di cui il Pd si è fatto carico con l'obiettivo di portare a termine il progetto.

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