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Strage Hotel Rigopiano: la suite di lusso in origine era un deposito pellet

Un esposto del Forum H20 rivela una serie di presunti abusi edilizi compiuti dai proprietari dell’Hotel Rigopiano, struttura in cui – a seguito di una slavina – sono morte 29 persone lo scorso 18 gennaio.
A cura di Davide Falcioni
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La suite più costosa dell'Hotel Rigopiano era in realtà stata autorizzata come stanza adibita allo stoccaggio di pellet per la caldaia: è uno dei passaggi dell'esposto presentato dal Forum H2O alla Procura di Pescara, denuncia alla quale è stata allegata un'ampia documentazione raccolta dal Forum – da sempre impegnato per la salvaguardia dei beni comuni – grazie all’accesso agli atti depositati presso l’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso: il resort era infatti localizzato all’interno dell’area protetta, in zona 2, e di conseguenza sottoposto a tutte le autorizzazioni e i vincoli ambientali.

Tettoia per il supporto di pannelli solari trasformata in suite

L'aspetto più "strano" fatto notare dagli attivisti del forum sarebbe rappresentato dalla Casa nel Bosco: i proprietari dell’hotel il 17 novembre del 2015 chiesero all'ente del Parco l’autorizzazione per la tamponatura e l’utilizzo ai fini di stoccaggio di un ambiente poco distante dalla struttura ricettiva, realizzato nel 2007 come semplice tettoia aperta per il supporto dei pannelli solari. La richiesta dei titolari del Rigopiano venne accolta il 18 novembre dello stesso anno, tuttavia – in base alle foto pubblicate su siti web specializzati e su pagine Facebook incluse nell’esposto – risulterebbe che la “tettoia” aperta era stata in realtà già "chiusa" con infissi in legno e vetri almeno dal 2010. Come se non bastasse già a partire dal 4 aprile 2015, ben otto mesi prima della richiesta di tamponatura, la Casa nel Bosco veniva recensita come suite lussuosa sui siti web specializzati.

"Autorizzate procedure velocissime, inconsuete per un ente pubblico"

L'esposto presentato dai membri del Forum rivela anche altri casi simili su altre "tettoie" in origine realizzate per scopi diversi, tanto che tali strutture supererebbero i mille metri cubi di superficie. Dai documenti, inoltre, emerge che l’albergo era chiuso dal 1997 e che fu riaperto solo a seguito di questo ampliamento nel 2007. Viene inoltre evidenziato come i lavori del centro Benessere, sulla base della foto aerea del 6 luglio 2007 tratta dal sito della Regione Abruzzo, risultano già avanzati a quella data quando il permesso a costruire è stato rilasciato il 28 luglio 2007. “Proviamo una grande indignazione. Quello che doveva essere uno dei posti più tutelati d’Europa, parco, zona A1 del Piano Paesistico Regionale, terreno demaniale, vincolo idrogeologico, Sito di Interesse Comunitario, Zona di Protezione Speciale, zona agricola per il PRG, si è trasformato in un luogo di tragedia”, ha detto Augusto De Sanctis, membro del Forum H2o, secondo cui "le procedure autorizzative velocissime inconsuete per gli enti pubblici, con tanto di varianti al Piano regolatore e realizzazioni abusive. Dopo il primo esposto ci siamo anche interrogati su come ci fosse sfuggita un’opera così rilevante e leggendo le carte abbiamo capito. Il Comitato VIA della Regione Abruzzo nel 2007 ha esaminato la pratica per la Valutazione di Incidenza Ambientale del Centro Benessere omettendo del tutto di pubblicare l’avvio del procedimento sul suo sito web, come imporrebbe la Convenzione di Aarhus ratificata dall’Italia con legge 108/2001. Di solito noi leggiamo quasi tutti i progetti che vengono depositati al comitato VIA e interveniamo su molti. Tra l’altro la legge impone che sulla procedura di incidenza ambientale la regione decida ‘sentito l’ente parco’. Qui abbiamo trovato solo un’anodina nota della Regione del 18 aprile 2007, protocollata il 20 aprile al Parco che comunicava che il 26 aprile il Comitato VIA avrebbe discusso la pratica. In mezzo sabato, domenica e 25 aprile e senza inviare lo Studio di Incidenza Ambientale. Il Parco non ha emesso alcun parere”.

Forum H2O: "Lavori autorizzati senza la relazione geologica"

De Sanctis conclude sostenendo che "Il Parco ha rilasciato il parere favorevole pur non avendo ricevuto la relazione geologica quando la legge istitutiva dell’area protetta impone che l’autorizzazione sia rilasciata dopo aver visionato tutti gli elaborati visto che il parco tutela anche le formazioni geomorfologiche quale patrimonio naturale. È desolante pensare che tutto sia avvenuto in un luogo pubblico che doveva ospitare persone da tutto il mondo. Evidentemente una terra di nessuno dove tanti funzionari hanno preferito non controllare e guardare dall’altra parte. Ora piangiamo questa tragedia, l’ennesima che un sistema più attento al bene comune e meno al profitto avrebbe potuto evitare”.

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