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Sondaggi, il Pd perde 6 punti. La Lega raddoppia i consensi, cala Forza Italia

Continua l’avanzata del Carroccio ormai ad un passo dal partito di Berlusconi, secondo la rilevazione Ipsos per Corsera. Il centrodestra, se fosse unito, varrebbe il 36,3% contro il 38,6% del centrosinistra. Numeri che potrebbero preoccupare Renzi.
A cura di Biagio Chiariello
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Dalle elezioni europee il PD ha perso esattamente sei punti percentuali, passando dal 40,8% di maggio al 34,8% rilevato oggi dal sondaggio Ipsos pubblicato dal Corriere della Sera. Una rilevazione dalla quale emerge pure che, dalla primavera scorsa, è stata soprattutto la Lega Nord ad aumentare i propri consensi, passando dal 6,1% al 12,8%. Per quanto riguarda gli altri principali partiti sembra cambiare poco: con il Movimento 5 Stelle in lieve calo dal 21,2% al 20,6% e Forza Italia dal 16,8% al 14,8%. A seguire Ncd e Udc che sommati superano il 5%, Sel, sostanzialmente stabile, e Fratelli d’Italia che si mantiene sopra il 3%. Anche il dato dell’astensione si mantiene stabile e riguarda un elettore su tre.

Le perdite del Pd sembrano essere sostanzialmente correlate a quelle aree che avevano aperto il credito a Renzi con le elezioni europee e adesso sono in parte rientrate. In sostanza si tratta di tre segmenti: ceti professionalizzati che dopo aver investito sul premier, tendono a tornare nell’area di centrodestra (in particolare Forza Italia); i bassi titoli di studio, le persone di età medio/alta, le casalinghe, da un lato più esposti alla crisi, dall’altro più delusi nelle attese (qualche volta messianiche) verso il governo, che si orientano maggiormente verso la destra (Lega e FdI); infine giovani e studenti, che si orientano verso la Lega in primis e poi le forze centriste. Il Pd sembra quindi almeno in parte perdere il tratto di partito ‘pigliatutti’ che era emerso con le elezioni europee.

Ora ciò che potrebbe preoccupare Renzi è il dato aggregato, seppur virtuale, delle coalizioni di centrodestra: se se fosse unito varrebbe il 36,3% contro il 38,6% del centrosinistra. Con questa situazione, e se dovesse passare la nuova legge elettorale, sarebbe ballottaggio tra i due poli, perché il premio di lista anziché alla coalizione riguarda solo il primo turno e non il ballottaggio. Ma è lo stesso Corsera a precisare che “si tratta di un esercizio puramente teorico, dato che i comportamenti di voto possono variare in relazione alle alleanze e ai leader che le guidano. Ad esempio non è affatto scontato che Forza Italia, Lega, Ncd-Udc e Fratelli d’Italia si possano alleare (appare infatti difficile trovare un denominatore comune tra forze politiche molto più distanti oggi che in passato) e riescano a definire un leader senza scontentare una parte dell’elettorato di provenienza dei singoli partiti alleati. Pur con queste riserve, sulla base dei dati del sondaggio odierno il centrosinistra (Pd e Sel) prevale sul centrodestra ‘allargato’ di poco più del 2%”.

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