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Opinioni

Siete uomini di mondo o caporali?

Italiani in fila in banca e in Posta in tutta Italia per riuscire a star dietro agli ultimi impegni col fisco del 2014. Attenti a lasciare dele pendenze; a volte il tempo è “galantuomo” e finisce col non far pagare nulla, ma dovete far parte della “classe digerente” del Paese, sempre più distante dalla realtà del Paese medesimo…
A cura di Luca Spoldi
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Avete fatto la vostra bella coda in Posta o alla vostra banca per pagare, ieri (ultimo giorno) o oggi (per cercare di evitare ulteriori penali per ritardato pagamento) l’addizionale Tares 2013 di competenza dello stato (30 centesimi di euro al metro quadro, nella stragrande maggioranza dei casi un pagamento che va dai pochi euro a qualche decina di euro)? Magari nell’attesa di capire se dovrete pagare, e in che misura, la “mini-Imu” sulla prima casa che all’ultimo un emendamento alla legge di Stabilità ha rinviato al 24 gennaio per dare tempo a commercialisti e Caf di rifare i calcoli in nome e per conto di 16 milioni di italiani proprietari di un immobile? Il tutto, sottointeso, avendo già dovuto fare i conti, se siete proprietari di più di un immobile, col versamento del saldo Imu 2013 (sempre fissato per il16 dicembre).

Siete un po’ spaesati, tra date, cifre, modelli e codici di riferimento che hanno continuato a cambiare fino quasi all’altro ieri? Non ci fate caso, dopo tutto siete in Italia, paese dove l’incertezza in campo tributario (e non solo) regna sovrana, tanto al limite sarete voi, cari contribuenti “onesti” (ossia impossibilitati per qualsiasi motivo a evadere), a pagarne le conseguenze nel giro di uno o due anni, quanto ci vuole, mediamente, a Equitalia e agli altri agenti della riscossione, per recapitarvi una cartella esattoriale contenente l’importo che risulta non corrisposto maggiorato di interessi e spese per la riscossione del debito col fisco. Una procedura che spesso finisce col moltiplicare quanto il malcapitato contribuente “deve” pagare.

Non preoccupatevi però: i nostri solerti governanti, che al di là dei continui (ventennali) proclami ben si guardano dal tagliare le spese legate alla “macchina” delle politica, per non dire la spesa pubblica improduttiva in genere, sono orientati a concedere a noi “sudditi” la possibilità di rottamare le cartelle medesime, anche se pure qui non manca qualche incertezza visto che la scadenza per poter cancellare i propri debiti col fisco senza pagare interessi di mora e per ritardata iscrizione a ruolo è stata anticipata dal Senato al 28 febbraio prossimo rispetto alla fine di maggio prevista nel testo licenziato dalla Camera.

Siate uomini di mondo, suvvia: in questi casi è meglio attendere di vedere come andrà a finire, anche se si rischia, come per l’Imu e la Tares, di dover poi fare code per riuscire a pagare in tempo. Anche perchè alcuni, aspetta oggi, aspetta domani, riescono a evitare di pagare alcunché. E’ il caso, ad esempio, di chi in borsa viene “pizzicato” ad aver adottato comportamenti non proprio leciti, ad esempio perché ha fatto uso di informazioni riservate o perché non ha rispettato la normativa in tema di comunicazione al mercato di notizie “sensibili” come il superamento di alcune soglie di partecipazione in un’azienda quotata. Già sono pochi, in verità, coloro che finiscono nella rete non proprio “impenetrabile” di Consob e magistratura; quei pochi poi riescono talvolta a farla franca comunque, come accaduto, ad esempio, agli “avvocati dell’Avvocato”, Franzo Grande Stevens e Gian Luigi Gabetti.

I due “numi tutelari” di John Elkann nel momento in cui l’erede dell’avvocato Giovanni Agnelli assunse i galloni di presidente del gruppo Agnelli, erano stati condannati dalla Corte d’Appello di Torino a un anno e quattro mesi di reclusione e al pagamento di 600 mila euro di multa in quanto ritenuti colpevoli di aggiotaggio informativo nell’ambito del processo relativo all’equity swap con cui nel 2005 le holding degli Agnelli (Ifil Exor) mantennero il controllo sulla Fiat anziché cederlo alle banche creditrici. Ma “il tempo è galantuomo” (almeno con alcuni) e guarda caso la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza “per intervenuta prescrizione” del reato.

Nel dubbio, però, non fidatevi troppo che eventuali vostre pendenze col fisco o la giustizia italiana possano risolversi altrettanto pacificamente a vostro favore: se non fate parte della “classe digerente” del paese avete le stesse probabilità che ha una piccola o media impresa italiana di vedersi concedere prestiti (sempre più in calo, per ammissione della stessa Abi) con la stessa facilità e agli stessi tassi a cui vengono concessi ai grandi gruppi privati. Crediti sui quali, storicamente, finiscono col fiorire incagli e sofferenze in misura molto più elevata di quel 4,8% medio calcolato da Unimpresa come tasso di sofferenza dei crediti di importo inferiore ai 500 mila euro. Ma suvvia, come detto siamo in Italia e voi dovete essere uomini di mondo, per cui da bravi, mettetevi in fila diligentemente e pagate puntualmente i vostri pochi o tanti euri di debito col fisco. Possibilmente senza discutere, grazie.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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