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Senza finanziamento, partiti in crisi. E cresce il peso delle fondazioni

Nel mini dossier “Partiti in crisi” pubblicato dall’associazione OpenPolis si indaga sulla direzione presa dai partiti dopo la progressiva abolizione dei rimborsi elettoriali, analizzando i bilanci 2013 e 2014 delle sette principali formazioni italiane.
A cura di Claudia Torrisi
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I partiti politici sono "in crisi": costretti a rinunciare gradualmente ai rimborsi elettorali, tagliano sempre più la spesa e riunciano a un ruolo centrale, in favore di fondazioni, think tank collegati ai loro esponenti. Il motivo è semplice: questi nuovi soggetti non sono sottoposti agli stessi obblighi di trasparenza. Nel mini dossier "Partiti in crisi" pubblicato dall'associazione OpenPolis si indaga sulla direzione presa dai partiti dopo la progressiva abolizione dei rimborsi elettoriali, analizzando i bilanci 2013 e 2014 delle sette principali formazioni italiane.

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Dal rapporto emerge che tutti i partiti hanno migliorato il risultato di esercizio nei due anni considerati, anche in conseguenza di tagli e ristrutturazioni interne. Forza Italia risulta la formazione con il disavanzo maggiore: si parla di 15,6 milioni di euro nel 2013 e 11,9 nel 2014. Il Movimento 5 stelle e Sel sono gli unici a registrare un avanzo per tutti e due gli esercizi; mentre il Partito democratico dal 2014 è tornato in attivo.

Dopo la riforma del finanziamento pubblico diretto, i partiti hanno riorganizzato i contributi che arrivano nei loro bilanci – ognuno in modo differente. Se tra il 2013 e il 2014 Pd e Forza Italia hanno aumentato i contributi da persone giuridiche, Sel ha invece registrato un aumento delle donazioni da persone fisiche del 48%. Fratelli d'Italia, infine, ha ricevuto il 176,7% in più di contributi dagli iscritti.

Nel periodo considerato i partiti hanno tagliato in media del 45% le spese in beni e servizi, mentre quella per il personale è aumentata del 10,76% nel 2014. Questo dato dipende anche dal fatto che Forza Italia si è fatta carico dei dipendenti del Popolo della libertà. Il Partito democratico ha ridotto del 63,5% le spese in servizi, e del 15,5% quelle nel personale. Anche la Lega Nord ha ridotto il costo dei dipendenti del 14,33%.

spese

Per legge i partiti devono rendere pubblici i dati relativi alle loro aziende partecipate. Delle sette formazioni analizzate da Openpolis, però, "solo due si avvalgono di società strumentali alla loro attività: Pd e Lega. Forza Italia, avendo dismesso le quote nella Tv della libertà, nel 2014 risulta non avere partecipazioni. Pd e Lega sono i partiti con i depositi bancari più consistenti: rispettivamente 8 e 4 milioni di euro".

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