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Se il barbiere alla Camera guadagna più dell’onorevole

La presidente Boldrini studia un piano per tagliare i costi di Montecitorio. Nel mirino anche i dipendenti strapagati, protetti dai sindacati.
A cura di Biagio Chiariello
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La riduzione dei costi della politica è invocata a gran voce da praticamente tutte le forze elettorali, sulla stregua di quanto promesso agli italiani in campagna elettorale. Dovrà tenerne conto la presidente della Camera Laura Boldrini, che entro il 21 luglio deve presentare il bilancio pluriennale all’insegna della spending review:  si va dalla ristorazione, con la riduzione del contributo fisso, agli affitti da 40 milioni l'anno. Ma il vero nodo, come scrive Repubblica, restano gli stipendi. Non però quelli dei parlamentari, ma quelli dei dipendenti. Chi lavora a Montecitorio, tra buste paga e pensioni, è responsabile del 50,9% delle spese della Camera – si parla di un miliardo di euro l’anno. Cifre che sembrano bazzecole rispetto a quelle dei 630 deputati: questi, insieme coi colleghi pensionati, valgono “appena” il 25% dei costi, 130 milioni per gli onorevoli in carica e 138,9 milioni per i vitalizi.

Barbieri e centralinisti come pascià

Ma quali sono queste cifre? Il segretario generale guadagna 406 mila euro, il vice 304 mila. Al netto naturalmente degli oneri previdenziali e delle indennità di 660 euro al mese. Un tecnico documentarista e un ragioniere, dopo dieci anni di lavoro, arrivano a 240 mila euro. Barbieri, elettricisti e autisti entrano nei saloni e nelle auto blu della Camera con stipendi ‘minimi’ da 30 mila euro lordi l’anno, a cui vanno sommati però 5.300 euro di contributi. Dopo dieci anni, siamo a 50 mila euro. A fine carriera, un barbiere (che da qualche mese deve fare belle anche le deputate) e un centralinista – con 40 anni di servizio – arrivano a mettersi in tasca 136 mila euro +24 mila di contributi. Ma i commessi non li batte nessuno. Ragionieri e consulenti, che entrano a Montecitorio con uno stipendio rispettivamente di 39 mila e 64 mila euro, alla fine arrivano a cifre da capogiro: 238 mila e 358 mila euro.

 Tagliare stipendi, si può?

Ma tagliare gli stipendi dei lavoratori di Montecitorio non sarà cosa facile. Anche perché per raggiungere un risultato concreto deve vincere le resistenze di 25 sigle sindacali. Sembra invece compito più semplice tagliare sui costi degli affitti plurimilionari di uffici e studi di deputati e consulenti. La Boldrini ha già fatto sapere di voler rinunciare all’affitto di Palazzo dei Marini, sede dei deputati, dal costo stimato intorno ai 30 milioni di euro l’anno.

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