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Scoperta cellula neonazista a La Spezia: organizzavano raid contro immigrati

Il gruppo progettava ronde punitive nei confronti di extracomunitari e ha compiuto azioni incendiarie. Indagati accusati di associazione finalizzata all’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali e a vario titolo di danneggiamento aggravato con incendio.
A cura di Susanna Picone
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I responsabili dei "delitti del Kebab", come erano stati ribattezzati dalle cronache tedesche i nove omicidi di piccoli commercianti in diverse città della Germania, sono stati ritrovati morti, forse in seguito ad un suicidio rituale, assieme all'arma che usarono per uccidere tra il 2000 ed il 2006.

I Carabinieri di La Spezia hanno smantellato una cellula neonazista che organizzava ronde punitive e atti intimidatori contro immigrati. L'indagine, denominata Aurora e coordinata dal Procuratore capo Antonio Patrono, è scattata nel maggio scorso dopo che era stata imbrattata con simboli nazisti la sede del Pd di Ceparana. Una prima perquisizione a carico di militanti dell'ultradestra aveva portato al ritrovamento di armi bianche, materiale documentale e informatico di ispirazione nazista. Il gruppo, per farsi propaganda, affiggeva nelle vie cittadine simboli nazisti e imbrattava targhe e iscrizioni commemorative della Resistenza e della lotta antifascista.

Per tre indagati è stato disposto l'obbligo di dimora nel comune di residenza – Questa mattina le forze dell’ordine hanno effettuato diverse perquisizioni disponendo per tre indagati l'obbligo di dimora nel comune di residenza con il divieto di allontanamento dall'abitazione nelle ore notturne. Gli indagati, tutti cittadini italiani, sono ritenuti responsabili dei reati di “associazione finalizzata all'incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali” e a vario titolo anche per reati di danneggiamento e incendio aggravati.

Organizzavano ronde illegali punitive nei confronti di cittadini extracomunitari – Secondo i Carabinieri, il gruppo organizzava ronde illegali punitive nei confronti di extracomunitari e avrebbe in alcune occasioni appiccato il fuoco a raccoglitori di indumenti usati della Caritas diocesana della Spezia e a un macchinario di una cava. Il gruppo aveva anche una base che consisteva in una roulotte parcheggiata in una zona boschiva di Follo, nella provincia di La Spezia, dove i militari hanno trovato istruzioni per fabbricare ordigni rudimentali, realizzabili con componenti di uso comune normalmente in vendita.

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