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“Renzi da mesi ci chiede di far cadere il governo”: Alfano non smentisce e scarica il Pd: “Sleali”

Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, commentando le rivelazioni dell’alfaniano Pizzolante, ha dichiarato: “Se ha chiesto agli alfaniani di far cadere il governo Renzi è davvero un uomo pericoloso, c’è uno scenario eversivo e inquietante”.
A cura di Charlotte Matteini
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Un nuovo episodio getta ombre sul Partito Democratico e soprattutto sul segretario Matteo Renzi. Secondo quanto dichiarato dal deputato alfaniano Pizzolante, da febbraio giungerebbero pressanti richieste da parte di Renzi per far cadere il governo Gentiloni. Il ministro al momento non ha smentito le dichiarazioni, ma anzi ha spiegato: "Pizzolante è una persona seria e non mente. Quindi non solo non lo smentisco ma sottolineo che è da quando è nato il governo Gentiloni che sulle rassegne stampa legge di una certa agitazione del Pd". Insomma, le dichiarazioni di Pizzolante suggeriscono l'esistenza di un piano orchestrato da Matteo Renzi: far cadere l'esecutivo Gentiloni, andare a elezioni anticipate per tornare a Palazzo Chigi nuovamente. "Se ha chiesto agli alfaniani di far cadere il governo Renzi è davvero un uomo pericoloso, c'è uno scenario eversivo e inquietante", ha dichiarato invece il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. "Siamo davanti ad un rischio enorme per la democrazia, quel rischio si chiama Matteo Renzi. Questo è un governo basato sul ricatto, il ricatto di Renzi al suo successore a Palazzo Chigi, un ricatto inaccettabile che usa il Parlamento come il tabellone del Risiko. Questi personaggi vogliono un'oligarchia, vogliono essere loro a decidere le sorti del Paese per mandarlo definitivamente sotto terra…Vogliamo tutta la verità, subito. Non teatrali smentite a uso e consumo dei media. Gli italiani devono sapere da quali personaggi sono governati".

La crisi tra Alfano e Renzi è nata pochi giorni fa a causa della legge elettorale. Matteo Renzi, in accordo con le forze di opposizione M5S e Forza Italia, ha proposto il sistema tedesco con soglia di sbarramento al 5%, ribadendo più volte di non essere disposto a cedere sul punto e dunque di non essere intenzionato ad abbassarla. Alfano ha criticato la scelta, ma annunciato di essere pronto ad accettare la sfida, sottolineando però che il Pd avrebbe malripagato la fiducia degli alfaniani, da sempre a sostegno del governo. "Appoggiamo ancora il governo insieme al Pd? Noi siamo stati leali e, anche se siamo stati malripagati, sì, torneremo a essere leali all'Italia. Anche se non abbiamo ottenuto dal partito con cui abbiamo lavorato la stessa lealtà. Continuiamo a sostenere il governo Gentiloni, non faremo ostruzionismo sulla legge elettorale, e accettiamo la sfida alla soglia del 5% della legge elettorale. Però consideriamo conclusa la nostra collaborazione col Pd", ha spiegato Alfano a margine della direzione nazionale di Ap indetta proprio per discutere della legge elettorale.

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