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Regione Lombardia: c’è chi si faceva rimborsare anche i lecca-lecca e i gratta & vinci

Soldi pubblici per spese istituzionali quantomeno dubbie. E’ l’accusa della Procura di Milano nei confronti di 40 consiglieri regionali del Pirellone. Tra loro Pierluigi Toscani che avrebbe comprato, tra le altre cose, munizioni da caccia, torte, salsicce, ciambelle, lecca-lecca e gratta e vinci, ect.
A cura di Biagio Chiariello
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«Batman non c'è in Lombardia». Sono le parole con cui il governatore uscente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, prova a difendersi dal presunto scandalo dei rimborsi elettorali che nella mattinata ha travolto il Pirellone. «Credo proprio – ha aggiunto – che i nostri gruppi abbiano rispettato fino in fondo le regole, credo che ci sia un grande equivoco alla base di tutto questo». La situazione però è contorta e così come per il caso Fiorito in Lazio ci sono numerose spese a cui i 40 consiglieri indagati del PdL e della Lega dovranno dare spiegazione alla Procura di Milano: ristoranti di lusso, sigarette, cocktail, cioccolatini, cappuccini e brioche, pizze d'asporto, acquisti per macellerie e agriturismi, scontrini del McDonald's. Tutti costi catalogati sotto la voce "spese istituzionali".

Con i soldi dei rimborsi al gruppo consiliare della Lega Nord, per esempio, il consigliere regionale lombardo Pierluigi Toscani avrebbe comprato, tra le altre cose, lecca-lecca e gratta e vinci. La sua è una "lista della spesa" piena di ogni oggetto, secondo quanto emerso dalle carte al vaglio della magistratura: cartucce usate per la caccia acquistate presso l'azienda Muninord per 752 euro, ma anche «cono medio e coppetta media di gelato», «lemonsoda, pizzette, cannoli, ciambelle, torta sbrisolona, zucchero semolato, farina, salsicce, cracker e biscotti, frutta e ortaggi». E anche, per la somma di 127 euro, ostriche.
Tra le spese quantomeno anomale, c'è un consigliere che avrebbe comprato coi rimborsi regionali anche il pane. Poi ci sono le spese di Nicole Minetti e Renzo Bossi: cene, iPad e un libro che la riguardava, “Mignottocrazia”, per l'una, videogiochi, sigarette e bibite energetiche per l'altro. Insomma tanto lavoro per i pm.

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