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Referendum, c’è chi dice SO: nasce il comitato del “forse”

Artefici dell’iniziativa sono i senatori Dario Stefano e Luciano Uras, eletti con Sel e adesso nel gruppo misto. Una provocazione, spiegano, nata dal fatto che ” lo spazio pubblico di questo appuntamento elettorale non deve e non può essere esclusivo appannaggio dei partiti e dei movimenti politici o dei loro rispettivi rappresentanti”.
A cura di C. T.
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Mentre si avvicina il referendum costituzionale del 4 dicembre, nasce anche il "libero comitato del So". Artefici dell'iniziativa a sostegno del "Forse" al quesito sulla riforma Renzi-Boschi sono i senatori Dario Stefano e Luciano Uras, eletti con tra le file di Sinistra ecologia e libertà e adesso nel gruppo misto. Una provocazione, spiegano, nata dal fatto che "lo spazio pubblico di questo appuntamento elettorale non deve e non può essere esclusivo appannaggio dei partiti e dei movimenti politici o dei loro rispettivi rappresentanti". "Sulla costituzione dei comitati del Sì e del No di ispirazione partitica ci siamo espressi senza riserve, convinti come siamo che non aiuteranno la discussione con e tra i cittadini, all’interno delle nostre comunità territoriali. Siamo favorevoli invece – permettete il gioco di parole – ai liberi comitati del So", hanno detto i due senatori.

Un fronte, quello del "forse", che a un mese e mezzo dalla data fissata per il referendum è tutt'oggi consistente. Anzi, secondo Stefano si va ingrandendo. Il senatore ha scritto una lettera aperta, in cui dice che lui e allo "stesso partito di Giuliano Pisapia, quello che non accetta che il confronto sulla revisione costituzionale, si trasformi in uno scontro mortale tra le diverse anime del campo democratico e progressista, a danno della prospettiva di un governo avanzato del paese, nel più ampio interesse popolare". A corredo dell'iniziativa per il "Forse" è stato redatto anche un documento, che sarà inviato a quella parte di sinistra che ancora si dichiara incerta: ad esempio l'ex ministro Fabrizio Barca, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e l'ex primo cittadino di Milano Pisapia – che qualche tempo fa ha dichiarato di non stare dalla parte del ‘No'. Dall'altra parte c'è il blocco della minoranza Pd di Roberto Speranza, Gianni Cuperlo e Pier Luigi Bersani, che sta continuando a trattare sulle modifiche alla legge elettorale per scongiurare una frattura insanabile all'interno del partito. Un passo importante potrebbe essere l'esito della riunione della commissione presieduta da Lorenzo Guerini – decisa dopo la direzione del Pd dello scorso 10 ottobre – prevista tra oggi e domani, che vedrà il confronto tra i capigruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda, il presidente dem Matteo Orfini e Cuperlo. Matteo Renzi sul punto è stato lapidario: "Se la minoranza non si fida, voti no" al referendum costituzionale del 4 dicembre.

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