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Opinioni

La Rai: sessant’anni portati male (e no, non è la Bbc)

La Radiotelevisione italiana è senza trasparenza: non pubblica online né stipendi né curricula dei suoi dirigenti. E non pubblica in Rete nemmeno i costi delle sue produzioni. Nel resto d’Europa cosa accade? Ecco un quadro di quel che fanno le Tv di Stato in Inghilterra, Francia, Spagna e Germania.
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La Rai, Radio televisione italiana, ha compiuto sessant'anni. In tutto questo tempo non è stata ancora capace di rendere noti e trasparenti gli stipendi dei manager e dei personaggi pubblici che vi lavorano. Non sappiamo quanto costano esattamente le trasmissioni, non sappiamo quanto si spende per le ospitate, quanto per le fiction, i grandi eventi e così via. Le cifre che escono ogni tanto sui giornali sono frutto di richieste ufficiali della politica, di interrogazioni parlamentari o sono risposte a polemiche sulle "spese pazze" di viale Mazzini. "Quanti geni che lavorano /solo per noi" cantava Renato Zero: e questi geni quanto costano alle nostre tasche? E soprattutto: sono davvero geni o sono semplicemente catapultati con tessera politica adatta all'occasione? Mentre i Comuni sono obbligati alla trasparenza la tv di Stato glissa abilmente, nonostante l'Autorità per le Comunicazioni l'abbia più volte richiamata alla trasparenza sui compensi e la pressione della commissione di vigilanza parlamentare guidata da Roberto Fico (M5S).
Ma come funziona negli altri Paesi? Nel servizio Biblioteca-Legislazione Straniera, della Camera dei Deputati, una piccola guida illustra quali sono i criteri circa la pubblicazione online dei curricula e delle retribuzioni dei dirigenti del servizio pubblico radiotelevisivo nei principali Paesi d'Europa. Ecco come si comportano:

Francia
Il servizio radiotelevisivo pubblico è gestito dal gruppo France Télévisions. Sul sito internet ufficiale non sono pubblicati né i curricula, né le retribuzioni dei componenti del comitato esecutivo, ma è disponibile unicamente la sua composizione. Nel marzo 2011 un servizio del settimanale economico Challenges del marzo 2011, ripreso da altri periodici online, ha rivelato che, nel 2009, il reddito annuo medio dei 10 più alti dirigenti del gruppo ammontava a € 224.789 lordi, corrispondente ad uno stipendio medio mensile di € 18.732 lordi. Tali cifre sono state rese note dal Presidente del Gruppo,  Rémy Pflimlin, davanti alla commissione a  Finanze dell'Assemblea nazionale, nel corso ai un'audizione svolta nel luglio 2010.  A titolo di confronto il settimanale riporta la retribuzione annua dei 15 membri del Comitato di direzione del canale televisivo privato Tfl, nel 2010 pari in media a € 513.000 lordi, corrispondente ad uno stipendio medio mensile di € 34.200 lordi.
Fonte: France Télévisions: le montant des plus gros salaires révélé

Germania
L'emittenza pubblica radiotelevisiva in Germania fa capo anzitutto alla rete ARD (Arbeitsgemeinschaft der offentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten der Bundesrepublik Deutschland – Consorzio delle emittenti di radiodiffusione pubblica della Repubblica Federale Tedesca). Fanno parte del gruppo: Das Erste (il primo canale televisivo nazionale), i nove canali televisivi regionali, ARD-Digital, le emittenti radiofoniche pubbliche e la Deutsche Welle. In sostanza l'ARD è una sorta di federazione degli enti pubblici radiotelevisivi tedeschi, il che. significa che le singole emittenti della ARD sono giuridicamente e economicamente indipendenti l'una dall'altra, ma lavorano in stretta collaborazione per produzioni radiofoniche e televisive, nonché per programmi comuni. Ai sensi del§ 3 dello Statuto dell'ARD, l'amministrazione e la rappresentanza è affidata, per un anno a turno, ad uno degli enti membri del consorzio (con possibilità di rieleggerlo per un altro anno). Ciascun presidente dell'ARD è coadiuvato da un Segretario generale eletto ogni cinque anni dai direttori generali delle emittenti regionali, con una decisione presa a maggioranza di due terzi. La figura di vertice del primo canale è il Direttore della programmazione (Programmdirektor), eletto per due anni con una maggioranza di due terzi. È affiancato da tre coordinatori (Koordinatoren) e 8 Direttori di reparto (Leiter der Abteilungen). Sul sito internet della rete non sono pubblicati né i curricula, né le retribuzioni delle cariche dirigenziali apicali. Alla rete si aggiunge ZDF, il secondo canale televisivo pubblico, sul cui sito, viceversa, sono pubblicati sia i curricula, sia le retribuzioni dei componenti del Consiglio di Amministrazione.

Con riferimento all'anno 2012:
– la retribuzione annua del Direttore generale (Intendant) della ZDF è stata pari a € 276.713;
– lo stipendio annuo medio dei vari Direttori (Direttore amministrativo, Direttore della programmazione; Redattore capo, Direttore dei programmi satellitari, Direttore della produzione, Consulente legale) è stato pari a € 213;416. Fonte

Regno Unito
La BBC (British Broadcasting Corporation) è l'emittente radiotelevisiva pubblica del Regno Unito. Sul sito internet ufficiale sono pubblicati sia i curricula, sia le retribuzioni dei titolari delle cariche apicali di vario livello (Executive directors e Non- executive directors), al seguente indirizzo.
Accanto al profilo biografico-professionale delle cariche suddette e alle relative retribuzioni, è pubblicato altresì l'elenco dettagliato delle spese sostenute da ciascun membro negli anni  finanziari, dei suoi interessi personali e delle donazioni ricevute.

Spagna
Il servizio radiotelevisivo pubblico in Spagna è rappresentato dalla Radio Televisi6n Espafzola-RTVE. Sul sito internet ufficiale sono pubblicati soltanto i curricula  ma non le retribuzioni dei nove componenti del Consiglio di amministrazione. I profili biografico-professionali di ciascun membro sono disponibili all'indirizzo Rtve.es.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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