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Siria: esplosione alla tv di Stato, il premier fugge e passa all’opposizione

Distrutto il terzo piano della sede dell’emittente radio-tv a Damasco, non vi sarebbero vittime ma solo feriti. Ad Aleppo invece si continua a morire mentre arriva notizia del premier Hijab che ha scelto la defezione. Prima della fuga arrestato il ministro delle finanze.
A cura di Susanna Picone
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Forse una bomba ha distrutto il terzo piano della sede dell’emittente radio-tv siriana, non vi sarebbero vittime ma solo alcuni feriti. Ad Aleppo invece si continua a morire sotto gli attacchi del regime di Assad.

Gli scontri tra l’esercito di Assad e i ribelli non accennano a diminuire e, mentre continuano a cadere le bombe su Aleppo – seconda città siriana al centro negli ultimi giorni di violenze inarrestabili – anche la capitale Damasco si è svegliata stamattina con una potente esplosione, forse causata da una bomba. È stata colpita la sede della tv di Stato (Rtv): non vi sarebbero vittime ma solo qualche ferito, almeno tre secondo le prime stime. La notizia è stata resa nota dalla stessa Tv siriana, l’esplosione è avvenuta al terzo piano della sede e le prime immagini diffuse mostravano gli impiegati che controllavano i danni all’edificio mentre soccorrevano i feriti.

Aleppo sotto bombardamenti – La tv attaccata a Damasco è un’emittente privata filogovernativa, Al-Ikhbariva, e non è la prima volta che risulta essere teatro di attacchi. Il ministro dell’informazione della Siria si è recato sul luogo per controllare personalmente i danni. Oltre a Damasco, intanto, continua la guerriglia ad Aleppo teatro di quella che ormai è stata definita “la battaglia decisiva” per la conquista della città, cruciale per l’esito degli scontri in corso. L’esercito siriano di Assad ha aumentato lo schieramento delle sue forze in campo, lo scrive il quotidiano pro-governativo Al-Watan. L’opposizione ha anche denunciato bombardamenti e raid aerei condotti ieri dal regime, sarebbero oltre 20mila le truppe siriane schierate intorno alla città. E le bombe continuano a mietere vittime: secondo l’Osservatorio dei diritti umani nella sola Aleppo sarebbero morte ieri nove persone, 19 nel resto del Paese.

I pellegrini iraniani rapiti sarebbero dei civili – Continua, infine, anche il giallo sui pellegrini iraniani rapiti che sarebbero dei civili e non militari: lo ha assicurato il vice ministro degli esteri di Teheran il quale ha smentito, secondo quanto riporta la tv di stato, le notizie date da alcuni media. “Tutti gli individui rapiti sono pellegrini arrivati a Damasco per visitare i luoghi sacri” – ha detto il ministro che crede che questa operazione sia stata pianificata in anticipo e “chi l’ha messa a segno vuole esercitare pressioni sull’Iran perché smetta di sostenere il popolo siriano”.

AGGIORNAMENTO – Il premier siriano scappa. Dopo l’attacco alla Tv di Damasco dal quale è rimasto illeso il ministro dell’informazione presente sul luogo, altri ministri siriani stanno finendo oggi nella bufera. Secondo quanto ha riportato la tv Al Jazeera, il primo ministro siriano Riad Hijab avrebbe scelto la defezione e si troverebbe già all’estero. Al Jazeera ha citato fonti della famiglia di Hijab: il premier, in carica dallo scorso giugno, sarebbe già arrivato in Giordania insieme ad alcuni familiari e sarebbe stato aiutato dai ribelli. Una notizia diversa però è stata data poco prima di questa dalla tv di stato di Damasco: secondo loro Hijab sarebbe stato destituito. Poi c’è l’emittente Al-Arabiya che dice che insieme al premier hanno defezionato anche altri tre ministri siriani. Assad ha già nominato il suo successore: si tratta di Omar Ghalawanji, ex ministro per le Amministrazioni locali e ora premier ad interim. Al-Arabiya, citando fonti a Damasco, ha anche reso noto che il ministro delle finanze Muhammed Jleilati è stato arrestato prima che potesse scappare all’estero.

Poi è arrivato un comunicato dell’ex premier: "Annuncio oggi la mia defezione dal regime omicida e terrorista – legge il suo portavoce – e annuncio di aver aderito alla rivoluzione per la libertà e la dignità. Annuncio che da oggi sono un soldato di questa rivoluzione sacra". Le autorità giordane hanno confermato l'arrivo dell'ex premier nel Paese.

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