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Processo Pistorius, un testimone denuncia minacce telefoniche

Nel terzo giorno di processo un testimone chiave dell’accusa ha affermato di aver subito minacce poco prima di deporre in aula. Si tratta di un vicino di casa di Oscar Pistorius: l’atleta è accusato dell’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp.
A cura di Susanna Picone
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Terzo giorno di processo a Pretoria per l’omicidio di Reeva Steenkamp, la modella sudafricana uccisa la notte di San Valentino 2013. Del delitto è accusato l’atleta Oscar Pistorius, fidanzato della donna uccisa nella casa di lui a colpi di arma da fuoco. Dalla prima udienza, mentre Pistorius si dichiarava non colpevole dell’omicidio, a Pretoria i giudici stanno ascoltando i testimoni dell’accusa. Oggi è stato il turno di Charl Johnson, un vicino di casa dell’atleta che ha detto – come aveva fatto già sua moglie nel corso della prima e della seconda giornata – di aver sentito le urla della vittime e gli spari la notte di San Valentino di un anno fa. Ma il testimone oggi ha detto anche di aver subito delle minacce telefoniche poco prima di deporre in aula. In tribunale Johnson ha riferito di aver ricevuto una telefonata poco prima di essere chiamato a deporre: “Questa persona mi ha detto che il mio numero di telefono era stato dato nel corso dell'udienza. Gli ho risposto che non ero consapevole di questo fatto e che non avevo (ancora) testimoniato”.

La difesa dell’avvocato di Pistorius – Dopo aver terminato la telefonata, il testimone ha raccontato di essersi accorto che sul suo telefono “c'erano un gran numero di chiamate perse e un messaggio vocale lasciato da qualcuno proveniente dall'estero”. Qualcuno – secondo quanto affermato dal vicino di casa di Pistorius – con tono intimidatorio avrebbe pronunciato tali parole: “Perché mentire in tribunale, sappiamo che Oscar non ha ucciso Reeva”. Johnson ha poi concluso: “Ora la mia privacy è stata compromessa”. Dopo la deposizione di Johnson, l'avvocato di Pistorius ha cercato anche oggi di smontare le tesi dell'accusa, affermando che i testimoni finora convocati avrebbero concordato le loro versioni. L’avvocato Roux – che aveva già tentato di mettere in difficoltà la testimone Michelle Burger, moglie di Johnson – ha aggiunto che ci sono delle differenze fra le testimonianze rese fra ieri e oggi dai due testimoni e quelle da loro date alla polizia nelle ore successive all'omicidio di Reeva Steenkamp.

L’episodio del colpo di pistola partito al ristorante – Nel corso dell’udienza di oggi a Pretoria non è stato dedicato tempo solo alla ricostruzione dell’omicidio della modella ma anche a un episodio accaduto qualche settimana prima, nel gennaio 2013. Protagonista, anche in questo caso, Oscar Pistorius: dalle testimonianze è emerso che l’atleta, a pranzo con alcuni amici in un ristorante di Johannesburg, maneggiò male un’arma da cui partì accidentalmente un colpo e poi chiese a un amico di assumersene la responsabilità. Un amico passò a Pistorius la pistola avvertendolo che c’era un colpo in canna ma quando questa arrivò nelle mani dell’atleta il colpo partì. “Ci fu un immediato silenzio”, ha raccontato Kevin Lerena, pugile di professione, che era tra i commensali: “Guardai a terra, c'era un foro sul pavimento. Avevo una sbucciatura sul dito, ma non ero ferito”. A quel punto Pistorius si scusò con tutti e chiese a uno degli amici di addossarsi la responsabilità dell’accaduto per evitare l’attenzione dei media su di lui.

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