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Omicidio Valentina Tarallo: si cerca un italo-senegalese che lei conosceva

Sul caso della ricercatrice italiana uccisa a Ginevra sfuma la pista della rapina. La polizia elvetica sta dando la caccia ad un uomo di colore di 36 anni che conosceva bene la vittima.
A cura di Antonio Palma
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È caccia all'uomo in Svizzera per catturare il presunto assassino di Valentina Tarallo, la giovane dottoranda torinese uccisa lunedì sera a sprangate in strada mentre tornava a casa a Ginevra. La polizia elvetica infatti avrebbe individuato una persona ben precisa la cui fotografia segnaletica sarebbe stata già diffusa a tutte le auto di pattuglia della polizia cantonale. Anche se polizia e magistratura locale continuano a tenere il massimo riserbo sul caso, secondo i media locali si tratterebbe di un 36enne di colore e di alta statura con doppia nazionalità, senegalese e italiana, che la vittima conosceva bene. Dopo i primi accertamenti infatti appare decisamente tramontata l'ipotesi della rapina finita male mentre molti indizi portano al movente passionale.

Secondo i media locali la polizia starebbe seguendo questa seconda ipotesi dopo aver raccolto le testimonianze delle persone presenti sul posto e quelle dei conoscenti della ricercatrice 29enne mettendole in relazione con i reperti della scena del crimine. Un testimone in particolare avrebbe raccontato di aver visto un uomo che corrisponde alla descrizione aggirarsi in zona qualche ora prima, che avrebbe suonato anche più volte ai citofoni. E poi c’è la modalità dell’aggressione con l'assassino che colpisce violentemente al capo Valentina Tarallo infierendo su di lei con una spranga, forse presa per strada, abbandonandola poi sul posto con le sue impronte e senza toccare soldi e portafoglio.

Le testimonianze di chi frequentava Valentina Tarallo

Al vaglio degli inquirenti svizzeri poi ci sono le testimonianze dei tanti che conoscevano Valentina Tarallo e che, come rivela stamane il giornale locale la Tribune de Geneve, hanno parlato proprio di un giovane africano che conosceva la 29enne e che in passato l'avrebbe importunata. La ragazza lo avrebbe conosciuto per caso e all’inizio lo aveva aiutato, come era abituata a fare sempre nei suoi tanti anni di volontariato. Poi tra i due sarebbe nata un’amicizia e forse qualcosa di più ma ben presto lei si era allontanata riferendo a qualche suo amico che lui era diventato un po’ tropo possessivo. Proprio grazie a queste dichiarazioni la polizia avrebbe identificato il 36enne, già noto e ora ricercato dagli inquirenti.

L'ipotesi di un omicidio commesso da un presunto ex fidanzato della vittima in realtà la lasciato sorpresi gli ambienti vicini alla famiglia della ragazza torinese che dicono di non saper nulla della storia né di un possibile pericolo per Valentina. Sempre secondo la Tribune de Geneve, però, c'è la testimonianza di una vicina di casa della vittima che racconta di un episodio particolare: "L'anno scorso rientravamo intorno all'una di notte quando lei è uscita dal suo appartamento in lacrime, pallida come un cencio, affermando che qualcuno la stava importunando. Qualcuno che avrebbe suonato all'impazzata il campanello di casa di Valentina".

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