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L'omicidio di Melania Rea

Omicidio Melania Rea: Salvatore Parolisi condannato a 20 anni

I giudici hanno deciso sulla riduzione della pena per Salvatore Parolisi, l’ex caporalmaggiore condannato con l’accusa di aver ucciso la moglie Melania Rea. Per la Cassazione “la mera reiterazione dei colpi” non può essere ritenuta “fonte di aggravamento di pena”, in relazione all’aggravante dell’aver agito con crudeltà.
A cura di Susanna Picone
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UPDATE ORE 12.35 – Salvatore Parolisi è stato condannato a 20 anni di carcere. La sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Perugia, che ha ricalcolato la pena per il marito di Melania Rea, è arrivata dopo una breve camera di consiglio. I giudici hanno escluso l'aggravante della crudeltà ma non hanno concesso attenuanti.

Si torna in aula, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia, per l’omicidio di Melania Rea, la giovane donna di Somma Vesuviana uccisa a coltellate a Civitella del Tronto (Teramo) il 18 aprile del 2011. Per quel delitto è stato condannato in via definitiva l’ex caporalmaggiore dell’Esercito Salvatore Parolisi, il marito di Melania. L’uomo, attualmente detenuto nel carcere di Teramo, ha sempre respinto ogni accusa dicendosi innocente. E ora i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Perugia hanno il compito di rideterminare la sua condanna. Il sostituto procuratore generale Giancarlo Costagliola ha chiesto per Parolisi la riduzione da 30 a 20 anni di reclusione con l'esclusione dell'aggravante della crudeltà. Costagliola ha spiegato al termine dell'udienza di avere chiesto per Parolisi “il massimo della pena possibile in base al rito abbreviato”. I difensori di Parolisi hanno invece chiesto un doppio sconto: “Escludere l'aggravante della crudeltà e concedere le attenuanti generiche”.

Salvatore Parolisi non è presente in aula – Lo scorso febbraio la Corte di Cassazione, pur confermando la sentenza di condanna per il marito di Melania Rea, ha eliminato la contestata aggravante della crudeltà disponendo, appunto, un rinvio alla Corte d’Assise d’Appello per ricalcolare al ribasso la pena di 30 anni. L'udienza di oggi, puramente tecnica, è a porte chiuse in quanto il processo è stato celebrato con il rito abbreviato. A presiedere la Corte Maria Rita Belardi con a latere Massimo Ricciarelli. L’imputato Salvatore Parolisi, che è difeso dagli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, non è presente in aula, mentre ci sono il padre e il fratello della vittima accompagnati dal loro legale di parte civile, Mauro Gionni. La sentenza è attesa in giornata.

La decisione della Cassazione – La prima sezione penale ha riconosciuto Salvatore Parolisi come unico responsabile del delitto di Melania Rea, un omicidio maturato in una “esplosione di ira ricollegabile a un litigio tra i due coniugi”. Le ragioni fondanti del litigio secondo la Corte “si apprezzano nella conclamata infedeltà coniugale” di Parolisi. La ricostruzione operata dagli inquirenti  colloca l’imputato sul luogo del delitto e “costruisce il delitto stesso in termini di occasionalità” ossia legato al dolo d'impeto e non alla premeditazione. Per i giudici, dunque, “la mera reiterazione dei colpi”, anche se consistente, non può essere ritenuta “fonte di aggravamento di pena”, in relazione all'aggravante dell'aver agito con crudeltà.

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