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Le Ong si difendono: “Ma quali taxi, noi salviamo vite umane. Agiremo contro chi ci diffama”

Le Ong, durante un convegno in Senato, ha replicato alle accuse che da settimane vengono loro rivolte dal procuratore Zuccaro e da Luigi Di Maio. “Porteremo avanti azioni legali contro chi ci diffama. Siamo colpiti da una montagna di immondizia e le Ong – insieme al mondo della solidarietà in generale – ne stanno facendo le spese”.
A cura di Charlotte Matteini
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Le Ong si difendono dalle accuse che da settimane gli vengono rivolte dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro e dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio: "Ieri sera una nostra imbarcazione, la Prudence, è rientrata con dei morti a bordo, quasi tutte donne. Un altro cadavere, colpito da arma da fuoco, probabilmente da un trafficante, era sulla Moas. Questa è l'immagine che si contrappone a tutti quelli che vogliono pensare che noi stiamo facendo un servizio di taxi e a tutti quelli che credono che le Ong siano un fattore da attrazione", ha raccontato ieri Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere durante il convegno ‘La grande bugia delle navi-taxi. Le Ong e il soccorso in mare' organizzato in Senato.

"Porteremo avanti azioni legali contro chi ci diffama. Siamo colpiti da una montagna di immondizia e le Ong – insieme al mondo della solidarietà in generale – ne stanno facendo le spese. Uno dei problemi per cui le Ong siano finite sul banco degli imputati è l'incapacità, l'impossibilità per l'Italia di fare accoglienza", spiega De Filippi, accusando la classe politiche: "Le Ong sono indifese. Pochi i politici che si espongono per difenderle, dal momento che oggi parlare in difesa della solidarietà vuol dire perdere consensi. Dall'inizio di quest'anno sono morte affogate 1.000 persone, bambini, donne, intere famiglie. Questo è quello che sta succedendo nel Mar Mediterraneo", ha rincarato la dose Raffaela Milano di Save the Children, che ha sottolineato: "È preoccupante come il dibattito sulle politiche migratorie si sia spostato sul soccorso, un dovere che non dovrebbe contemplare posizioni differenziate. Ben vengano le indagini e la trasparenza, ma questo non significhi alimentare un clima di sospetto indifferenziato e continuo su una attività così indispensabile nel Mar Mediterraneo".

La Migrant Offshore Aid Station, tra le Ong finite nel mirino della politica, questa mattina ha respinto le accuse sui legami con i trafficanti libici e ha negato di ricevere finanziamenti dal finanziere George Soros: "I nostri interventi non sono mai autonomi e indipendenti ma noi ci muoviamo solo dopo la chiamata del centro operativo di Roma. È successo che le operazioni siano venute a meno di 12 miglia dalla costa libica. Si sono verificate queste circostanze, sempre su indicazione del Mrcc di Roma. La prassi prevede che riceviamo una telefonata che ci incarica di recarci all'interno di acque territoriali in alcuni casi, a volte ci viene chiesto di avvicinarci e solo dopo individuiamo l'imbarcazione. Quando ci viene richiesto, i nostri interventi sempre su autorizzazione, e chiediamo sempre se le autorità del paese, in Libia in questo caso, siano state informate per sapere se il nostro intervento è autorizzato".

Frontex smentisce le accuse

"Noi di Frontex non abbiamo mai accusato le ong di collusione con i trafficanti anche perché non abbiamo il mandato per svolgere indagini sul territorio. Le fanno la Polizia ed Europol, noi ci limitiamo a passare loro le informazioni che raccogliamo durante i salvataggi e l’assistenza dei migranti", ha affermato la portavoce di Frontex, Izabella Cooper.

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