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“Cercarsi laureati under 30, stipendio 22 mila euro”. Ma nessuno si presenta

Un contratto di apprendistato da 22 mila euro l’anno, auto, telefono e altri benefit. Ma i candidati in tre diverse regioni italiane, si contano sulle dita di una mano. La società di selezione protesta: “Non c’è corrispondenza tra domanda e offerta”. Ma aumentano sempre di più i casi di cosiddetto ‘mismatching’.
A cura di Biagio Chiariello
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Diego Malerba, bossa della Exexo, società che si occupa di selezione e formazione del personale, era sicuro: per quei 4 posti da apprendisti nella J Colors, azienda leader nel settore di vernici, si sarebbero presentati in tanti. S’immaginava già alle prese con centinaia di curriculum, essendo in palio un posto di lavoro con contratto di apprendistato (finalizzato all’assunzione) da 22 mila euro lordi l’anno, auto, telefono aziendale e altri benefit. Eppure a quell’annuncio “Cercasi laureati ad alto potenziale per ricoprire la posizione di sales account”, in Liguria, Molise e Basilicata, non ha risposto nessuno. O quasi. Come scrive infatti L’Espresso, i requisiti richiesti per “erano la laurea, età sotto i 30 anni e la residenza nel territorio. Malerba e il suo team si sono messi al lavoro, pubblicando l’annuncio sui siti più importanti, utilizzando i social network e i canali tradizionali. In Basilicata hanno risposto in 6, ma tutti, dopo essere stati contattati telefonicamente, hanno rifiutato l’offerta. In Liguria hanno risposto in 8, ma solo un paio si sono presentati al colloquio. In Molise solo un giovane ha risposto all’annuncio, ma ha dato forfait al primo appuntamento”.

Perchè solo under 30?

Il manager ha raccontato la storia sul suo blog aziendale, manifestando giustamente perplessità e stupore di fronte a quanto accaduto. Moltissimi hanno risposto, aprendo un dibattito sull’assurdità del contratto di apprendistato, che limita l’offerta di lavoro agli under 30, mentre ci sarebbero molte persone qualificate, fra i 30 e i 40, rimaste disoccupate e che sarebbero certamente ben liete di accettare quell’offerta. Mentre nessun giovane neolaureato ha commentato.

Mismatching

Ma quello di Malerba non sembra un caso isolato. Anche Giorgio Veronelli, partner della Gch Consulting, società torinese che si occupa di selezione del personale, racconta un'esperienza analoga: “Faccio questo lavoro da 17 anni – racconta sempre a L’Espresso – e mai come in questo periodo fatico a trovare giovani disposti ad accettare soluzioni interessanti. Ad esempio, una rinomata azienda veneta, operante nel settore della moda, stava cercando giovani laureati. Molti ragazzi ci hanno contattato, qualcuno per curiosità ha fatto un colloquio, ma nessuno ha accettato il posto”. Insomma, paradossalmente capita che gli annunci ci sono, ma non trovano rispos. “I giovani sono flessibili, ma è sempre più frequente il caso di mismatching, dove le competenze di chi cerca lavoro non corrispondono a quelle ricercate dalle aziende”, conferma Federico Vione, amministratore delegato di Adecco. Secondo lui il problema è quantitativo: “Ci si laurea e ci si diploma in discipline non idonee alla richiesta da parte del mondo del lavoro. Ad esempio, ci sono troppi giovani che scelgono carriere umanistiche, mentre sono pochi quelli che intraprendono un percorso tecnico, che al contrario viene richiesto dalle aziende”, racconta il manager.

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