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La scuola italiana è sempre più multietnica: il 10% degli studenti è straniero

Quest’anno gli studenti saranno 7.8 milioni, di cui oltre 700 mila stranieri. Molti però sono figli di immigrati nati in Italia (quasi il 50 per cento). Ciò vuol dire che se vigesse lo Ius Soli, l’incidenza sul totale sarebbe molto più bassa.
A cura di Biagio Chiariello
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Il MIUR ha pubblicato una nota sui numeri della scuola nell'anno 2013/14 nella quale si evincono due punti: innanzitutto che il numero di alunni in crescita da oltre un decennio e che ciò lo si deve sopratutto agli stranieri, in tal senso il secondo punto è quello legato alla multietnicità, ormai un dato di fatto della nostra scuola: degli 7,8 milioni di studenti (7.878.661 per la precisione, quasi 20 mila in più dello scorso anno) quasi il 10% non è italiano (736.654). Gli alunni stranieri restano concentrati per lo più nella scuola primaria (dove sono 271.857). E ancora: il loro record di presenze si registra in Lombardia (178.475 stranieri iscritti), seguita dall’Emilia Romagna (86.697). Ma c'è un elemento che va considerato: molti alunni figli di immigrati sono nati nel nostro Paese (quasi il 50 per cento, con punte dell’80 per cento nella scuola dell’infanzia).

Ciò vuol dire, come fa notare Repubblica, che se nel nostro Paese vigesse lo ius soli, l’incidenza degli alunni stranieri sul totale sarebbe molto più bassa. In tal senso Arcangela Mastromarco, docente referente del polo Start 1 (Struttura territoriale per l’integrazione) di Milano, fa notare quanto è sbagliato "fare un tutt’uno degli studenti di cittadinanza non italiana". Lei si occupa dell’inserimento degli studenti stranieri in 56 scuole elementari e medie del capoluogo lombardo. "C’è un’enorme differenza tra chi è nato qui e chi ci è arrivato a una certa età. Bisognerebbe allora trovare definizioni diverse, come distinguere tra studenti italofoni e non. E questo andrebbe spiegato con chiarezza ai genitori italiani per rassicurarli. Per esempio a Milano il 60-70 per cento degli studenti stranieri iscritti alle elementari è di seconda generazione e dunque non costituisce solitamente un intralcio che rallenta il percorso scolastico".

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