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L’allarme della Ragioneria di Stato: “Senza aumento dell’età pensionabile assegni più bassi”

In un rapporto diffuso dalla Ragioneria di Stato, il dipartimento del Mef ha lanciato l’allarme: vietato bloccare l’adeguamento dell’età pensionabile a 67 anni contro gli attuali 66 anni e 7 mesi previsto per il 2019, o il sistema Inps potrebbe non reggere l’impatto.
A cura di Charlotte Matteini
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Impossibile bloccare l'adeguamento dell'età della pensione alla speranza di vita previsto dalla legge Fornero. È l'allarme lanciato dalla Ragioneria di Stato, il dipartimento del ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa di controllare la tenuta dei conti pubblici. Qualora si dovesse provvedere davvero a bloccare l'adeguamento dell'età pensionabile, che a partire dal 2019 toccherà quota 67 anni contro gli attuali 66 anni e sette mesi, la tenuta del sistema previdenziale italiano potrebbe correre seri rischi, diventando più debole e mettendo in pericolo la sostenibilità del settore e il livello delle prestazioni erogate dall'Inps, ovvero l'importo degli assegni potrebbe diminuire. In sostanza, andando a rallentare l'adeguamento dell'età pensionabile, come a più riprese è stato chiesto dai sindacati italiani e dagli ex ministri del Lavoro Cesare Damiano (Pd) e Maurizio Sacconi (Ap), l'Inps potrebbe subire un pericoloso contraccolpo. Il decreto ministeriale che dovrebbe adeguare i requisiti pensionistici alla speranza di vita è atteso per il prossimo autunno, ma contro l'adeguamento esiste un folto schieramento bipartisan che richiede l'introduzione di un percorso più graduale e critica aspramente l'aumento dell'età pensionabile di 5 mesi tutti in un colpo solo.

Ma la Ragioneria di Stato si oppone altrettanto strenuamente a questa ipotesi, spiegando: "Il processo di elevamento dei requisiti minimi e il relativo meccanismo di adeguamento automatico sono dei fondamentali parametri di valutazioni dei sistemi pensionistici specie per Paesi con alto debito pubblico come l’Italia. I meccanismi sono condizione irrinunciabile per la sostenibilità ma anche perché costituiscono la misura più efficace per sostenere il livello delle prestazioni", si legge nel rapporto sulla spesa previdenziale appena diffuso.

"L'Italia è interessata da un processo di invecchiamento della popolazione tra i più accentuati in Europa e nei Paesi sviluppati. Al fine di contenere l'impatto dell'allungamento della vita media sulla sostenibilità del sistema pensionistico e, conseguentemente, delle finanze pubbliche, l'Italia ha perseguito una doppia linea di interventi: la prima ha riguardato l`introduzione del sistema di calcolo contributivo basato sull'equivalenza attuariale fra prestazioni e contributi. La seconda, articolata su una pluralità di interventi successivi, ha provveduto a innalzare i requisiti minimi di età (e/o contribuzione) per il pensionamento di vecchiaia ordinario e anticipato, in tutti i regimi pensionistici, portandoli a livelli compatibili con le condizioni di sostenibilità strutturale del sistema".

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