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Forlì, promotore finanziario perde al casinò 9,4 milioni di clienti e parenti

Oltre che al vizio del gioco, il promotore finanziario 61enne ha letteralmente bruciato i risparmi degli investitori in viaggi, auto di lusso e bella vita. In lacrime ha confessato tutto ai finanzieri in caserma.
A cura di Susanna Picone
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Nove milioni e 400mila euro “persi” giocando al casinò e facendo la bella vita. A tanto ammontano i risparmi affidati da una settantina di investitori a un promotore finanziario romagnolo di 61 anni e da questi letteralmente bruciati al casinò oltre che in viaggi, alberghi, auto e ristoranti di lusso. Il promotore finanziario, originario di San Piero in Bagno, lo scorso marzo si è presentato in lacrime nella caserma del comando della Guardia di Finanza di Forlì e ha confessato tutto. Le indagini delle Fiamme gialle, dirette dal sostituto procuratore Filippo Santangelo, si sono concluse con la notifica dell'avviso di fine indagini preliminari che porterà al rinvio a giudizio. Il promotore finanziario aveva ingannato i clienti producendo la documentazione attestante gli investimenti, falsificando i loghi di note società finanziarie, che inviava per posta ai clienti. Tradito dai sensi di colpa, aveva poi spiegato ai finanzieri di non voler più tornare a casa, per paura e vergogna, e aveva chiesto di poter restare in caserma prima di commettere un gesto estremo. La moglie, del tutto ignara di quanto accaduto, era stata informata direttamente dall'uomo con una telefonata fatta alla presenza dei finanzieri.

Una settantina le persone truffate dal 61enne – Sono circa 70 le persone truffate, tra cui imprenditori, notai, commercialisti, avvocati e gente comune. Tra i vari anche una pensionata di 71 anni dell'Aretino, il cui marito era stato docente proprio del promotore finanziario ai tempi delle scuole superiori, e che negli anni gli aveva affidato circa 730mila euro. Inoltre tra le vittime del 61enne anche alcuni familiari: il cognato ad esempio ha visto svanire nel nulla 600mila euro che gli aveva affidato per investirli a nome delle figlie. Per carpire la fiducia degli investitori e non destare sospetti, il promotore si recava periodicamente a Milano, dove hanno sede gli istituti bancari e le società di investimento con i quali risultavano sottoscritti i falsi investimenti, appositamente per spedire le rendicontazioni periodiche e rassicurare i clienti. A chi invece chiedeva la restituzione delle somme quando ormai era troppo tardi, l'uomo chiedeva tempo rappresentando le difficoltà a disinvestire i titoli obbligazionari o pacchetti di investimento vincolati a scadenze future.

Come riusciva a truffare i clienti – “Per raggirare la normativa antiriciclaggio – spiegano gli investigatori – aveva escogitato un ingegnoso sistema che gli consentiva di utilizzare i titoli raccolti dagli investitori direttamente nella casa da gioco. A partire dal 2011, il promotore richiedeva ai risparmiatori l'emissione di assegni circolari intestati a due sigle societarie risultate riconducibili al casinò da egli assiduamente frequentato. Gli ignari investitori accettavano di intestare i propri assegni ad acronimi che, ironia della sorte, se digitati sui motori di ricerca, riconducevano a società finanziarie, tanto da rassicurare ulteriormente i risparmiatori”. Ma in realtà quegli acronimi erano le iniziali della casa da gioco ove il professionista sperperava i titoli. In altri casi l’uomo chiedeva di intestare gli assegni a persone fisiche che sono risultati essere dipendenti dello stesso casinò.

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