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Foggia, distrutto dalle fiamme il sito archeologico di Faragola. Le accuse: “Incendio doloso”

Nel sito, ad Ascoli Satriano, è stato individuato un esteso insediamento di età romana e tardoantica. Pesantissime le accuse di Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici: “Anni di ristrutturazione persi, distrutti, inceneriti dalla malavita o dalla stupidità o da altri interessi?”.
A cura di Biagio Chiariello
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La copertura lignea della villa di Faragola, ad Ascoli Satriano, nel Foggiano, tra i siti archeologici più rilevanti della provincia, è stata distrutta dalle fiamme. A dare la notizia è stato Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici: “Ho le lacrime agli occhi – scrive su Facebook, è stata incendiata la copertura. O forse sono stati usati esplosivi. Il legno della copertura è ignifugo. Sembra roba da professionisti. Un danno enorme, forse irreparabile", afferma Volpe, ipotizzando che le fiamme siano di origine dolosa.

L’incendio si è consumato intorno alle 2 della scorsa notte; si è reso necessario l’intervento di più squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale di Foggia e distaccamenti che, tuttavia, non hanno trovato tracce di liquido infiammabile o inneschi. Sull’accaduto sono in corso le indagini dei carabinieri. Di “atto criminale” parla Mario Nobile, Segretario provinciale di Sinistra Italiana Capitanata, “tra i più gravi che si ricordino nella nostra provincia, poiché qualcuno ha deliberatamente attentato alla storia della Capitanata, ad un inestimabile patrimonio culturale e ad un luogo che aveva visto il lavoro di tantissimi professionisti dei beni culturali, molti dei quali provenienti dalla nostra terra, ai quali va la nostra incondizionata solidarietà” aggiunge Nobile.

Il sito archeologico di Faragola racchiude i resti di una villa romana tardo antica, con i suoi ambienti, incluse le terme e il salone accogliere gli ospiti. Gli scavi, diretti proprio da Volpe, hanno rivelato come in zona ci fossero antichi insediamenti dauni e fattorie romane, precedenti, e, in seguito, un piccolo villaggio medioevale. Con il rogo di stanotte è andata però in fumo tutta la ristrutturazione, opera di anni di lavoro e di finanziamenti della Regione, di Arcus e ora del ministero. “Non so ancora nulla dei danni provocati alle strutture archeologiche, ai muri, ai mosaici, alle pavimentazioni in marmo, a tutto il sito. Quattordici anni di scavi, di ricerche, di studi, di lavoro sul campo, di pubblicazioni, di progettazione di un modello di musealizzazione in situ per uno dei parchi archeologici considerati più importanti di Puglia e d’Italia: persi, distrutti, inceneriti dalla malavita o dalla stupidità o da altri interessi? A chi dava fastidio un sito come Faragola?” spiega nel suo sfogo Volpe.

Sulla vicenda è intervenuta anche l'università di Foggia, parlando di "gesto assolutamente inaccettabile", se dovesse esserne confermata la natura dolosa. "Attraverso il rettore, Maurizio Ricci, e d'intesa con il direttore del dipartimento di Studi umanistici, Marcello Marin – è detto in una nota – l'Ateneo fa sapere che si metterà a completa disposizione per addivenire, nel più breve tempo possibile, ad una esatta ricostruzione dei fatti". "Al tempo stesso – è detto ancora – a nome di tutta la Comunità accademica che rappresenta, il rettore esprime vicinanza e solidarietà a tutto il gruppo di studenti, archeologi e restauratori che negli anni ha lavorato alla riscoperta e alla valorizzazione del sito, segnatamente al prof. Giuliano Volpe (già Rettore di questa Università)".

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