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Fidanzati travolti. L’investitore: “Non volevo uccidere, ma solo leggere numero di targa”

Maurizio De Giulio, l’uomo che domenica ha speronato i due fidanzati in moto, provocando la morte di lei e il grave ferimento di lui, ora si difende: “Quel il ragazzo mi aveva dato un colpo allo specchietto del furgone, volevo prendergli il numero di targa, ho anche provato a sterzare” dice dal carcere. L’uomo deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario.
A cura di Biagio Chiariello
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"Volevo solo raggiungerli per recuperare il numero di targa. Quel ragazzo mi aveva dato un colpo allo specchietto del furgone. Non volevo uccidere". Questa la ricostruzione di fronte al gip, durante l'udienza di convalida del suo arresto al carcere "Lorusso e Cotugno" di Torino, da parte di Maurizio De Giulio, il 51enne che domenica ha travolto due giovani fidanzati sulla statale di Condove: lei, Elisa Ferrero, è rimasta, e lui, Matteo Penna, è in gravi condizioni. L’uomo deve rispondere dei reati di omicidio volontario e di lesioni volontarie gravi in danno, aggravata anche dall’aver agito per futili motivi. “La moto ha ridotto la velocità e io ho cercato di sterzare", ha continuato De Giulio, difeso dagli avvocati Marco Moda, Maurizio Grasso e Vittorio Nizza.

"Nessun segno di frenata"

Dichiarazione però che va a cozzare con la ricostruzione del procuratore di Torino, Armando Spataro, secondo cui non è stato rinvenuto alcun segno di frenata lasciato sull’asfalto dal furgone guidato dall’investitore, né dalla moto sulla quale viaggiava la coppia. “Lo evidenziano – scrive il magistrato – un video registrato da un impianto di sorveglianza della zona di Condove dove è avvenuto l’omicidio, i rilievi fotografici e planimetrici e l’analisi dello stato e dei danni riportati dai veicoli coinvolti nello scontro e sequestrati”. Grazie ad una “consulenza tecnica disposta con urgenza dal pm procedente – precisa nella nota il procuratore Spataro – risulta confermata (anche attraverso l’analisi dell’impianto ABS in dotazione all’autocarro) l’assenza di frenata del veicolo investitore, così da potersene dedurre – unitamente agli altri elementi – la volontarietà della condotta omicidiaria dell’arrestato”.

Da omicidio stradale a omicidio volontario

Stando all’accusa quindi De Giulio non avrebbe neanche provato a frenare, ma al contrario si sarebbe lanciato a un inseguimento ad alta velocità. Tant’è che l’ipotesi di reato originaria, quella di omicidio stradale, è stata modificata dallo stesso Spataro in omicidio volontario. Elisa e Matteo dunque non sarebbero stati vittime di un incidente cagionato “per colpa”, bensì, ha chiarito l’accusa, gli obiettivi specifici dell’azione criminale di De Giulio. Al termine dell'udienza il gip Alfredo Toppino ha convalidato l'arresto per l'uomo. "La deliberata e sconsiderata condotta di guida realizzata dall'indagato – si legge nell' ordinanza -, evidentemente finalizzata a cercare lo scontro con il motociclo, ne rivela una personalità violenta e aggressiva e che non si e' fatta scrupolo a porre a repentaglio la vita e l'incolumità altrui a seguito di un diverbio insorto per una banale lite tra utenti della strada".

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