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Fidanzati travolti, per i pm è omicidio volontario ma la compagna: “Ha cercato di frenare”

Dopo la perizia sul luogo dell’impatto, i pm hanno cambiato tipo di accusa contro il 51enne Maurizio De Giulio da omicidio stradale a omicidio volontario. La compagna dell’uomo che era al suo fianco però lo difende: “Non voleva investire quei ragazzi, ha provato a frenare”
A cura di Antonio Palma
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Per i pm di Torino che indagano sul terribile schianto avvenuto domenica in Val Susa, che è costato la vita alla 27enne Elisa Ferrero, non ci sono dubbi: si è trattato di un atto volontario da parte del 51enne Maurizio De Giulio che ha voluto investire la coppia di fidanzati dopo un litigio per una mancata precedenza. Per questo nella richiesta di convalida per l'arresto dell'uomo la Procura ha deciso di modificare l’imputazione da omicidio stradale al ben più grave omicidio volontario. L'uomo, già in carcere, è accusato anche di lesioni volontarie gravi in danno al centauro Matteo Penna, reati aggravati anche dall'aver agito per futili motivi.

La decisione di modificare il capo di imputazione, annunciata dal procuratore capo Armando Spataro, dunque segna una svolta nell’indagine svolta dai carabinieri e coordinata dalla pm Paola Stupino. I magistrati hanno voluto attendere l’esito della consulenza tecnica sul luogo dell’incidente che ha di fatto incastrato il 51enne elettricista di Nichelino. La perizia infatti ha confermato i rilievi dei carabinieri stabilendo che non ci sarebbero segni evidenti di frenata nella rotonda di Condove, dove la moto guidata del 29enne Matteo Penna, ora ricoverato in gravi condizioni al Cto di Torino, è stata schiacciata contro un guardrail dalla Ford Transit di De Giulio.

"Grazie ad una consulenza tecnica disposta con urgenza dal pm procedente, risulta confermata (anche attraverso l'analisi dell'impianto ABS in dotazione all'autocarro) l'assenza di frenata del veicolo investitore, così da potersene dedurre – unitamente agli altri elementi – la volontarietà della condotta omicidiaria dell'arrestato" ha precisato in una nota il procuratore Spataro. "Non ci sono tracce di frenatura o di scarrocciamento e non c'è alcun segno di frenata lasciato sull'asfalto né dal furgone guidato dall'investitore né dalla moto sulla quale viaggiava la coppia di giovani colpiti" prosegue il comunicato, spiegando: "Lo evidenziano un video registrato da un impianto di sorveglianza della zona, i rilievi fotografici e planimetrici e l'analisi dello stato e dei danni riportati dai veicoli coinvolti nello scontro e sequestrati".

La circostanza era stata confermata anche da alcuni testimoni dell'accaduto, compresi due amici delle due vittime dello schianto, che parlano di una sorta di inseguimento per circa un chilometro da parte del furgone fino alla rotonda dove avrebbe sorpassato diversi veicoli per schiacciare la moto. Eppure secondo la compagna di De Giulio, Milena Zuniga Lecca, che viaggiava al suo fianco nel furgone, l'uomo in realtà dopo l'inseguimento avrebbe cercato di frenare all'ultimo momento. "Maurizio non voleva investire quei ragazzi, non l'ha fatto apposta: ha cercato di frenare, ma non è riuscito a evitarli" ha sostenuto la donna, assicurando anche che il compagno durante il pic nic al lago con gli amici “non aveva bevuto più di un bicchiere di vino”, nonostante l'alcol test positivo.

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