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Falso olio d’oliva “made in Italy”: sequestri in Calabria, Puglia e Umbria

L’operazione ha consentito di bloccare la commercializzazione di oltre 2000 tonnellate di olio extravergine di oliva falsamente fatturato italiano, per un valore di oltre 13 milioni di euro.
A cura di Susanna Picone
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Un'operazione condotta dall'Ispettorato repressione frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani in collaborazione con la Guardia di finanza, ha consentito di bloccare la commercializzazione di oltre 2000 tonnellate di olio extravergine di oliva falsamente fatturato italiano, per un valore di oltre 13 milioni di euro. Sequestri sono stati compiuti in Calabria, Puglia e Umbria. Otto gli indagati accusati di frode agroalimentare e di reati fiscali. A seguito di una complessa attività di analisi e a un lavoro di ricostruzione documentale, gli investigatori  hanno accertato che nel 2014 e nel 2015 oltre 2000 tonnellate di olio extravergine di oliva proveniente da Spagna e Grecia sono state commercializzate come olio 100% italiano. Il sistema di frode prevedeva il ruolo di imprese “cartiere” pugliesi e calabresi che emettevano falsa documentazione attestante l'origine nazionale di olio extravergine di oliva, che in realtà era spagnolo e/o greco, e che mediante artifizi documentali arrivava presso ignari soggetti imbottigliatori già designato come Made in Italy. Le persone coinvolte provvedevano poi a smaltire l'olio non italiano attraverso vendite fittizie a operatori compiacenti.

“Siamo riusciti a sventare l'ennesimo attacco all'olio di oliva italiano grazie alla professionalità e alle competenze dei nostri ispettori”, ha commentato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. Un'altra operazione nel settore oleario è stata annunciata dalla Forestale: 85 tonnellate di olive da tavola colorate e pericolose per la salute sono state sequestrate in Puglia e diciotto imprenditori sono stati denunciati. La colorazione avveniva utilizzando sia la clorofilla ramata, sostanza alimentare classificata dalla UE come colorante E141, procedimento vietato dalla legislazione nazionale e da quella europea, sia il solfato di rame particolarmente nocivo alla salute umana.

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