7 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Corruzione, Squinzi dopo Expo e Mose: “Fuori da Confindustria chi delinque”

Il numero uno di Confindustria: “Per combattere la corruzione bisogna ridurre seriamente i costi di funzionamento della burocrazia che fa prosperare il malaffare”.
A cura di Biagio Chiariello
7 CONDIVISIONI
Immagine

 "Non ci interessa sapere se gli imprenditori che corrompono lo fanno perché obbligati o per vero e proprio spirito doloso: essi non possono stare tra noi, questo deve essere chiaro". Lo afferma il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, all'assemblea di Assolombarda. "Noi lavoriamo nelle regole e le rispettiamo e chi non lo fa deve stare fuori da casa nostra", ha aggiunto. Si lamenta il numero uno degli industriali: “Siamo noi i primi a essere danneggiati” perché così non si fa che “assecondare una cultura assai radicata nel Paese che vede nell’imprenditore un disonesto o comunque uno che cerca di aggirare le regole. Non è così. Noi lavoriamo nelle regole e le rispettiamo e chi non lo fa, deve stare fuori da casa nostra”.  Per Squinzi la corruzione è strettamente legata alla mala burocrazia made in Italy: "La densità di questa sostanza fatta di leggi, regolamenti, enti, tutti controllati dalla politica, fa prosperare la corruzione, l'evasione e il malaffare" e quindi per il presidente di Confindustria "dobbiamo ridurre seriamente i costi di funzionamento della burocrazia, cancellando tutto ciò che sottrae valore ed efficienza e crea una rete capillare di nepotismo e di ruoli inutili".

"Corruzione? Chi lo fa non può stare con noi"

Poi si rivolge al premier Renzi. Dopo averlo incitato a fare riforme (“altrimenti l’economia non riparte”), Squinzi evidenzia come dopo il voto europeo "il governo ha con sé la legittimazione popolare e il suo premier, riceve un mandato che più chiaro non potrebbe essere dall'elettorato: cambiare!". Quindi va più nello specifico: dalla la riforma istituzionale “perché se quando viaggi all'estero il ‘passaporto imprenditoriale’ presenta molti lati positivi, il passaporto delle nostre istituzioni non è ancora in ordine”, al mettere in ordine il titolo V, “perché il nostro non può essere un modello di federalismo che si realizza per moto caotico, in cui le competenze sono esercitate in modo disordinato, sovrapposto e troppo spesso contradditorio”. Per Squinzi è necessario cancellare tutto ciò non è trasparente, perché è qui che prosperano corruzione e illegalità.

Squinzi contro l'evasione fiscale

Squinzi parla anche del tema dell'evasione, individuando nel cambiamento culturale uno degli strumenti per la soluzione dell’annoso problema. "Ci sorreggerebbe un po' di sana cultura protestante, come accade nella vicina Svizzera, in cui l'evasore, poiché tradisce i suoi concittadini e viola un patto fatto con lo Stato, quindi con l'intera società, è condannato con grande severità dalla giustizia, ma in più subisce una sanzione sociale, forse persino più dura da sopportare, che costituisce il vero disincentivo per l'evasore".

7 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views