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Civitavecchia: detenuto muore in carcere. E’ il 14° del 2013 nel Lazio

Angiolo Marroni, garante per i detenuti: “Non dovrebbe essere classificato come suicidio. Al di là delle circostanze che hanno portato alla morte di quest’uomo resta, tuttavia, da affrontare il nodo dei detenuti tossicodipendenti in carcere che rappresentano oltre il 25% dei reclusi in tutta Italia”.
A cura di D. F.
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Ancora un morto nelle carceri del Lazio: è il 14esimo dall'inizio dell'anno e la vittima è un uomo di 42 anni tossicodipendente, deceduto qualche giorno fa nella sua cella del carcere di Civitavecchia. A rendere nota la notizia è stato il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni. "Il decesso risale allo scorso martedì – spiega una nota -: della vittima, un detenuto italiano di 42 anni, non sono state rese note le generalità. A quanto appreso dai collaboratori del Garante che operano quotidianamente nei due istituti di pena di Civitavecchia, la vittima era in attesa di primo giudizio ma, in passato, era già stato in carcere per altre circostanze". "Tossicodipendente conclamato, era stato preso in cura dal Sert" racconta il Garante.

"Dalle prime informazioni assunte – ha detto Marroni – quello di Civitavecchia non dovrebbe essere classificato come suicidio. Al di là delle circostanze che hanno portato alla morte di quest’uomo resta, tuttavia, da affrontare il nodo dei detenuti tossicodipendenti in carcere che rappresentano oltre il 25% dei reclusi in tutta Italia. La tossicodipendenza è una malattia, non un reato e chi vi è affetto non dovrebbe stare in un carcere ma in una comunità terapeutica di recupero, soprattutto se è accusato di reati minori". "Il problema è che non è in grado di offrire alcun conforto medico e terapeutico per i tossicodipendenti, per i più deboli e per quanti sono affetti da problematiche di carattere psichiatrico. Il sovraffollamento, la ristrettezze economiche, i vuoti di organico sono tutti fattori che costringono a guardare ai grandi numeri e non alle persone, ai loro problemi e alle loro debolezze" conclude il Garante.

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