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Cesare Previti perde contro Wikipedia in Tribunale

L’ex ministro e consigliere di Silvio Berlusconi aveva fatto causa per diffamazione, in relazione alla sua voce sulla nota enciclopedia, nei confronti di Wikimedia Foundation. Ma il Tribunale di Roma gli ha dato torto.
A cura di Biagio Chiariello
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Wikimedia Foundation, l'ente che gestisce la più famoso enciclopedia collaborativa online, ha reso noto, sulle pagine del proprio blog, di avere vinto una causa legale intentatagli contro da Cesare Previti, ex ministro della Difesa durante il governo di Silvio Berlusconi, nonché avvocato e consigliere di quest'ultimo. Previti sosteneva infatti che la versione in italiano relativa alla sua voce enciclopedica su Wikipedia conteneva informazioni "inaccurate e diffamatorie". Così il 30 gennaio 2013 ha avviato una causa contro l'organizzazione presso il Tribunale di Roma, sostenendo che la sua descrizione fosse addotta da un "pettegolezzo pseudogiornalistico alimentato dall'opera di soggetti assolutamente inattendibili". Insomma, Wikimedia Foundation, secondo il noto ex parlamentare, era "responsabile di fronte alla legge italiana per aver fornito un luogo che consente la pubblicazione di contenuti presumibilmente diffamanti", come riporta la nota della stessa Wikimedia.

Ma lo scorso 20 giugno scorso il Tribunale Civile di Roma ha espresso parere contrario alla richiesta di Previti, sottolineando come  Wikimedia Foundation non può essere considerata responsabile dei contenuti scritti dagli utenti. Questo perché  la fondazione è un fornitore di hosting, cioè di uno spazio online per pubblicare cose. In altre parole, la responsabilità di quanto scritto su Wikipedia ricade sui singoli utenti che compilano e integrano le innumerevoli voci presenti sull'enciclopedia. In tal senso, il giudice ha evidenziato che la Wikimedia Foundation è esplicita sul fatto che, data la natura aperta e fluida dei progetti, non può garantire l’accuratezza dei contenuti disponibili su Wikipedia.

Ma non è tutto. Il secondo elemento su cui il Tribunale ha dato torto a Previti è che proprio alla luce del fatto che i dati presenti su Wikipedia possono anche essere non accurati, è nell'interesse di tutti  correggerli, purché sostenuti da fonti attendibili e terze. L'ex ministro, dunque, avrebbe potuto intervenire direttamente in discussione con i veri responsabili dei contenuti, ovvero gli utenti. Insomma, la sentenza ribadisce quindi che l'organizzazione non può essere ritenuta responsabili di quanto scritto da terzi, figurarsi quando questi terzi sono milioni di persone che collaborano da ogni parte del mondo…

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