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Caso Tarantini

Caso escort, il Ministro Palma invia gli ispettori a Napoli e a Bari

Il Guardasigilli ha disposto l’invio degli ispettori nelle Procure di Napoli e Bari per accertare eventuali mancanze durante l’inchiesta sulle escort nelle ville di Berlusconi e sui filoni di indagine collegati, come il presunto ricatto da parte di Tarantini e Lavitola.
A cura di Antonio Palma
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Il Guardasigilli ha disposto l’invio degli ispettori nelle Procure di Napoli e Bari per accertare eventuali mancanze durante l’inchiesta sulle escort nelle ville di Berlusconi e sui filoni di indagine collegati, come il presunto ricatto da parte di Tarantini e Lavitola.
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Manca solo l’ufficialità dell’annuncio ma ormai è certo che il Ministro della Giustizia, Nitto Palma, ha deciso di inviare gli ispettori presso le procure di Napoli e Bari che, a vario titolo, hanno indagato e stanno indagando sul caso escort nelle residenze del Premier e su tutti i filoni di indagine collegati, dalla presunta estorsione di Tarantini e Lavitola agli appalti per Finmeccanica.

La decisione del Guardasigilli era già attesa anche a seguito delle interpellanze parlamentari del Pdl e le polemiche e le dispute che si sono venute a creare tra le Procure interessate. Per il caso Bari la motivazione è da ricercare nei contrasti tra gli stessi magistrati della Procura barese, in particolare nell’accusa avanzata dall’ex pm Giuseppe Scelsi nei confronti del Procuratore capo Antonio Laudati. Quest’ultimo, infatti, è sotto indagine da parte del Csm per le accuse di aver favorito alcuni indagati sul caso escort per impedire la pubblicazione di intercettazioni sgradite a Berlusconi.

Secondo le prime indiscrezioni a guidare il team degli ispettori dovrebbe essere Arcibaldo Miller, mentre il Ministro Palma ha chiesto già tutte le copie delle audizioni del Consiglio Superiore della Magistratura e i fascicoli da esaminare. Per quanto riguarda la Procura di Napoli, invece, gli ispettori dovranno capire in primis per quale motivo i Pm che indagavano sui presunti ricatti al Premier sollevarono dal segreto professionale l'avvocato di Tarantini, Nicola Quaranta, senza nessuna autorizzazione di un giudice, che è quello deputato a decidere su questi argomenti. Ma gli ispettori del Ministero dovranno accertare anche i motivi della fuga di notizie e la revoca dell’inchiesta decisa dal Gup di Napoli.

Proprio su quest’ultimo punto è di ieri la notizia dell’accordo tra le Procure di Roma e Bari che, dopo la decisione del Tribunale del Riesame, si contendevano l’inchiesta iniziata a Napoli. Quella capitolina continuerà ad indagare sulle presunte estorsioni operate da Lavitola e Tarantini ai danni di Berlusconi, mentre quella pugliese farà luce sulle accuse nei confronti del Premier di aver istigato Tarantini a mentire di fronte ai giudici che indagavano sul caso escort.

Sicuramente tutte queste sono motivazioni valide per richiedere l’invio degli ispettori, ma molti vedono in questa decisione la scelta di voler punire i giudici che indagano sui festini del Premier. La probabile gestione del gruppo affidata a Miller già coinvolto in altre inchieste non fa altro che peggiorare la situazione, e già piovono pesanti critiche sia dal mondo politico che da quello giudiziario.

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