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Arriva a dicembre Iqos, la sigaretta che non si accende ma si “scalda”

Si chiama Iqos, è la rivoluzionaria sigaretta a ridotta nocività che si “scalda” ma non si accende. Da dicembre sarà testata in alcune città del Giappone e in Europa.
A cura di Angela Marino
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Sarà in commercio da dicembre la nuova sigaretta che non si accende ma si scalda, la Marlboro Iqos. Ha le caratteristiche di una sigaretta comune, è dotata di un filtro e di tabacco veri, ma non produce fumo, né cenere, solo un'emissione di nicotina priva di catrame. Si tratta dell'ultimissimo tipo di sigaretta a ridotta nocività ed è la risposta della multinazionale alle numerose campagne anti-tabacco che negli ultimi tempi sono costate alle aziende un calo significativo delle vendite, stimato tra il 2 e il 3 % all'anno. 

Il prodotto, realizzato dopo lunghe ricerche condotte dagli esperti della Philip Morris – più di 400 tra scienziati, biologi, medici e fisici – nel centro di Neuchatelin Svizzera, sarà testato in via sperimentale da dicembre in Giappone e a Milano. Funziona così – spiega Eugenio Sidoli, ad di Philip Morris all'Avvenire "Una volta inserita la minisigaretta in Iqos, una lama scalderà il tabacco. Ha capito bene: ho detto scalderà…Ecco la svolta: non c'è più combustione, la sigaretta non si accende e i danni alla salute potrebbero essere decisamente ridotti. Ma parallelamente c'è il gusto, si consuma tabacco come nelle sigarette tradizionali".

La sigaretta è composta da due parti, una realizzata all'estero, molto simile ad un normale accendino, e un'altra made in Italy. La prima si compone di uno stick (dotato di custodia e di una parte sganciabile che serve per la pulizia) in cui inserire la minisigaretta e un caricabatterie con attacco Usb. La seconda, invece, è costituita dalle minisigarette  vere e proprie – contenute in un pacchetto dall'insolita forma orizzontale – per le quali viene utilizzato un particolare tipo di tabacco che scalda senza bruciare. Queste ultime vengono prodotte in Italia, dove presto sarà operativa la nuova fabbrica di Crespellano, in provincia di Bologna, in cui avverrà la lavorazione. Lo stabilimento, la cui costruzione è costata al colosso del tabacco circa 500.000 euro, a regime darà lavoro a più di 600 dipendenti. 

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