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Addio Cannella, il cane-dottore che “curava” i bambini del Meyer di Firenze

La labrador si è spenta a 12 anni dopo aver “curato” centinaia di bambini malati del Meyer di Firenze. Era uno dei cani protagonisti del programma di pet therapy dell’ospedale pediatrico.
A cura di S. P.
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Si è spenta a 12 anni Cannella, uno dei cani simbolo del programma di pet therapy dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. L’annuncio della morte della dolcissima labrador “dottore” dei bambini è stato dato tramite la pagina Facebook di Antropozoa Farm, associazione che si occupa di attività assistite con gli animali e che in Italia è il punto di riferimento della pet therapy pediatrica. “Cannella è volata in cielo a raggiungere quei bambini che tanto l'hanno amata qui sulla terra. Siamo sicuri che si stanno abbracciando, come noi non potremo abbracciarla più. E giocheranno insieme. Ciao, piccola. Grazie per quello che hai donato a tutti noi e a tanti di più”, così sul social network, dove in queste ore in tantissimi stanno mandando messaggi di affetto all’esperta di pet therapy Francesca Mugnai che lavorava con lei, segno che il lavoro del cane è stato apprezzato tantissimo.

Cannella non solo era il simbolo dell’attività di pet therapy svolta in ospedale dall'associazione Antropozoa e finanziata dalla stessa Fondazione Meyer ma il cane è stato anche protagonista di quattro pubblicazioni scientifiche. Cannella è stata descritta come una labrador molto affettuosa che insieme agli esperti coccolava bambini, anziani, malati, ragazzi con autismo. Molti i bambini che lei ha convinto ad alzarsi dal letto dopo difficili interventi neurologici: per tanti pazienti Cannella è stata uno stimolo a reagire sia psicologicamente che fisicamente. Allo stesso tempo il cane dottore ha saputo accompagnare tanti altri bambini fino alla fine della loro vita, ha sofferto per loro e ha saputo consolare le loro famiglie. Su Facebook si legge ancora che Cannella “è stata il riferimento di alcuni amici di Antropozoa diventando il ‘loro’ cane, lasciando un'impronta indelebile nei loro cuori e piangendo quando se ne sono andati per sempre”.

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