8 agosto 1786, quando l’uomo toccò la vetta del Monte Bianco
Si scelse il mese più caldo perché il Monte Bianco era impossibile, figurarsi di inverno. L'8 agosto del 1786 la guida Jean-Laurent Jordaney, il cercatore di cristalli Jacques Balmat (24 anni) e il medico Michel Gabriel Paccard scalarono la vetta del Monte Bianco. Lo scienziato Horace-Bénédict De Saussure mise in palio un premio di tre ghinee a chi avesse scalato la vetta più alta dell'Europa centrale (4.810,02 metri). Prima dell'impresa il gruppo fece alcune riconosgnizioni, durante una delle quali Balmat si perse e fu costretto a trascorrere una notte nella neve. Sopravvivendo oltre ogni attesa.
Il barone prussiano Adolf Von Gersdorff osservò la scalata, appuntandone accuratamente ogni sviluppo sul suo diario, attraverso un cannocchiale da un poggio situato a Chamonix. Secondo i racconti Balmat fu sul punto di rinunciare all'appuntamento storico e di tornare indietro, poiché preoccupato per la saluta della figlia nata pochi giorni prima. Fu Paccard a convincerlo ad andare avanti. Proprio quest'ultimo fu il primo a toccare il tetto del continente alle 18.23. Erano passate 14 ore dalla partenza e trascorsero sulla vetta 34 minuti. Durante questa mezz'ora i tre scalatori registrarono la pressione dell'aria ed effettuarono tutti i rilievi utili a calcolare approssimativamente l'altezza della montagna.
Il momento più entusiasmante furono forse quei 34 minuti, ma l'avventura non era ancora finita: i tre dovevano scendere dalle spalle del gigante bianco. La discesa cominciò alle 18.57 e durò quattro ore. Si fermarono a Chamonix per trascorrere la notte. Alle 8 Balmat seppe che la figlia era morta il giorno prima. Fu proprio lui ad organizzare una nuova spedizione e l'anno dopo la prima scalata, fissò sul Monte Bianco un laboratorio scientifico.
