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Vigile ucciso a Milano, attenuanti per il rom: “Vive in un contesto difficile”

Il giovane condannato a 15 anni con le attenuanti generiche perché cresciuto in un “contesto di vita familiare caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento”.
A cura di Antonio Palma
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Il tribunale per i minorenni di Milano ha concesso le attenuanti generiche a Remi Nikolic, il giovane rom che a bordo di un suv travolse e uccise l'agente di polizia locale Niccolò Savarino durante un normale controllo. Per i giudici infatti il giovane è cresciuto in un "contesto di vita familiare" difficile perché "caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento" e dalla "totale assenza di scolarizzazione". Sono queste le motivazioni che si leggono nella sentenza del processo in cui il giovane è stato condannato a 15 anni di reclusione e depositata oggi. Il Pm aveva chiesto invece 26 anni non riconoscendo le attenuanti. Per il collegio del tribunale dei minorenni invece le attenuanti vanno concesse sia per il contesto difficile in cui viveva il ragazzo ma anche per "i precedenti penali non particolarmente rilevanti", un tentato furto in abitazione e una guida senza patente.

Freddeza e reticenza – Nella stessa sentenza i giudici  spiegano però che le attenuanti non sono concesse "nella loro massima estensione" a causa della "freddezza mostrata immediatamente dopo aver commesso il reato, alla fuga, alle reticenze e alle mendacità". Nikoli infatti è stato al centro di un lunga disputa sulla sua minore età durata per alcuni mesi che poteva costargli un processo con pena massima l'ergastolo. Subito dopo il fermo avvenuto in Ungheria il giovane fu identificato come Goico Jovanovic di 24 anni ma alla fine grazie ad una perizia medico-antropologica e al certificato di nascita si è così scoperto che era stato registrato nel 94 come Remi Nikolic in un carcere parigino dove era detenuta la madre

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