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Vibo Valentia, bomba nell’auto uccide 42enne: in passato litigi con la famiglia dei boss

Matteo Vinci ucciso da una bomba ad alto potenziale piazzata in auto, non aveva alcun legame con le cosce della zona ma in passato aveva litigato con la famiglia dei boss Mancuso.
A cura di Antonio Palma
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Una bomba piazzata sotto l'auto in perfetto stile mafioso e in una zona dove il controllo delle ndrine resta ancora ferreo. Sono questi i due elementi su cui si stanno concentrando in queste ore le attenzioni degli inquirenti che indagano sulla morte del 42ennne calabrese Matteo Vinci, ucciso da un'autobomba nel pomeriggio di martedì lungo un stradina a Limbadi, nell’entroterra di Vibo Valentia. Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo sarebbe morto in maniera atroce tra le fiamme perché l’ordigno gli avrebbe fratturato le gambe, impedendogli di uscire dall’auto che è stata completamente distrutta dall'incendio. A dare l’allarme è stato il padre settantenne della vittima che era con lui in macchina ed è rimasto ferito nello scoppio ma è riuscito a uscire dalla vettura ed è attualmente ricoverato in ospedale.

Proprio dall'anziano ora gli inquirenti sperano di poter ricavare qualche elemento utile sul possibile movente e i mandante di quello che appare un vero e proprio attentato. Vinci, ex rappresentante di medicinali con alle spalle un tentativo di entrare in politica alle comunali locali nel 2015 senza successo, non era mai incappato in indagini di mafia ma, viste le modalità e il territorio, sui fatti indagano ora gli uomini della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Al momento una pista precisa ma il fatto che il  paese è da sempre sotto i riflettori dell’antimafia per via della presenza dei boss Mancuso fa sospettare un collegamento.

Proprio la famiglia dei Mancuso  in effetti è alla basa dell'unica vicenda di polizia che in passato ha coinvolto la vittima e il padre. Per i due erano stati disposti i domiciliari dopo una lite con la sorella dei capi della potente ‘ndrina locale.  In quella occasione l’anziano è stato ferito gravemente con un’arma da taglio, da lì è nata una lite che ha fatto finire dietro le sbarre i contendenti. A destare ancora più preoccupazione son i motivi dietro la lite: i terreni dei Vinci sui cui pare i vicini Mancuso avessero messo gli occhi. Secondo alcune fonti, infatti, i Vinci non avevano intenzione di cedere quel piccolo appezzamento di terreno innescando un contrasto poi degenerato anche nella rissa. Al momento comunque non si escludono altre ipotesi anche se gli hanno accertato che l’ordigno utilizzato per far saltare in aria l’auto di Matteo Vinci era ad alto potenziale e dunque opera di specialisti.

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