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Via Poma, le lettere di Simonetta a Raniero Busco: “Sei un lurido verme schifoso”

Simonetta Cesaroni è stata trovata morta iil 7 agosto 1990 negli uffici dell’Aiag in via Poma, a Roma. Per il delitto è stato processato dopo 22 anni il fidanzato Raniero Busco. Alcune lettere scritte da Simonetta all’imputato sono state incluse nella consulenza di parte della famiglia Cesaroni. Nelle parole di Simonetta emerge una pericolosa escalation conflittuale. Raniero Busco è stato assolto nel 2012.
A cura di Angela Marino
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"C'e' un ragazzo…beh te lo racconto più in là, a voce, anche perché devo ancora capire bene che prova, cosa rappresento per lui, non vorrei prendere una cantonata, non so se riuscirei a sopportarlo." È il 30 ottobre 1988, Simonetta Cesaroni scrive all'amica Donatella raccontandole di aver incontrato una persona speciale. È Raniero Busco, l'uomo che sarà processato – e assolto – per il suo omicidio. Le lettere sono contenute in una perizia di parte firmata da Laura Volpini, psichiatra forense incaricata dalla famiglia Cesaroni di analizzare la relazione tra la vittima e l'imputato. Le conclusioni della consulente evidenziarono una escalation conflittuale in un rapporto in cui Simonetta viveva un senso di frustrazione per quel rapporto nel quale si sentiva trascurata e maltrattata. L'analisi della consulente, però, non fu mai discussa in sede in sede di dibattimento.

11 maggio 1989, Simonetta a se stessa

Dovrei odiarlo, disprezzarlo, ma non ci riesco, dico a me stessa e agli altri, che anche se tornasse non mi rimetterei mai con lui, per ciò che ha fatto e per quello che è diventato, ma no so, è facile dirlo a parole, ma nella realtà è diverso, e anche molto.  Mi chiedo perché l'amore rende tutto così difficile e perché mi sento così debole e sola, impotente difronte ad una situazione che non riesco ad affrontare.

24 novembre 1989, Simonetta a Raniero 

Sei solo un lurido verme schifoso, ma non credevo che saresti arrivato a tanto…..Ho tanta rabbia in me, vorrei gridartela in faccia, ma mi rendo conto che sarebbe fiato sprecato.

29 novembre 1989, Simonetta a un'amica:

A distanza di 10 mesi, quando ormai mi ero messa l'animo in pace, è rispuntato fuori. Tutti gli sforzi che avevo fatto per dimenticarlo, non sono serviti a niente, gli voglio bene, ma non sono sicura di lui. Non riesco a fidarmi,forse perché non dimostra in alcun modo i suoi sentimenti, sempre che provi qualcosa

4 gennaio 1990Donatella a Simonetta.

"Magari uscire con Raniero non mi entusiasma molto, perché vedere che lui tratta male tu sai che mi da molto fastidio. Ecco ora te l'ho detto proprio, Io non sopporto che lui ti tratti come un'estranea. Tu sei la sua ragazza e come tale devi essere trattata. Ecco perché evito quella compagnia. Tu non meriti persone così, lui non può stare in mezzo agli altri, le bestie devono vivere da sole. Sandro (ex fidanzato di Simonetta, ndr.) ti portava su un piatto d'oro. Lui se potesse, ti calpesterebbe."

Simonetta

Vorrei odiarlo più di quanto lo amo, sono nauseata, disgustata di tutto questo, ma non solo di lui, anche e soprattutto di me stessa, perché non ho la forza e abbastanza rispetto di me per dire basta una volta per tutte. Mi ha fatto vivere il nostro rapporto, se così si può chiamare, nel modo più indegno e sporco che esiste, fin dal principio. Ma perché, perché proprio a me, vorrei solo un po' del suo amore, e invece ricevo solo insulti e tante parole piene di disprezzo.

È questa l'unica lettera in cui Simonetta "esplicita la violenza verbale e l'aggressività di Busco nei suoi confronti". La consulenza, infine, evidenzia in Simonetta "una sensibile vulnerabilità affettiva, che va oltre l'amore per se stessa e il proprio rispetto: un meccanismo psicologico  – sottolinea la consulente – riscontrabile nelle vittime di violenza e nell’omicidio di prossimità".

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