Uccise bandito che stava rapinando gioielleria. Procura chiede archiviazione per Stacchio
Ad un anno dai fatti di Nanto e mentre in Aula si discute della riforma della legge sulla legittima difesa, la Procura di Vicenza ha chiesto l'archiviazione del procedimento penale a carico di Graziano Stacchio, il benzinaio che sparò contro i banditi che stavano assaltando la vicina gioielleria Zancan. Il suo colpo di fucile aveva colpito uno dei banditi, Albano Cassola, nomade trevigiano 41enne, che poi era morto dissanguato.
Il caso della tentata rapina alla gioielleria di Ponte di Nanto e il conflitto a fuoco che ne era scaturito potrebbe presto concludersi, con la chiusura delle indagini nei confronti di Oriano Derlesi, uno dei rapinatori. Il pomeriggio del 3 febbraio 2015 Stacchio era lavoro alla pompa di benzina, di fronte alla gioielleria dell’amico Roberto Zancan già presa di mira altre volte, quando una banda cercò di rapinarla.Dopo aver sparato in aria, visto l'assalto alla gioielleria di Roberto Zancan, e aver schivato le raffiche di mitra dei banditi, Stacchio aveva sparato col suo fucile centrato Albano Cassol, uno dei rapinatori. Lo scorso luglio i carabinieri avevano arrestato Derlesi, giostraio nomade, inchiodato dalla corrispondenza fra il suo dna e quello repertato dentro la vettura che si era schiantata sul ponte di Nanto, quando Cassol aveva perso i sensi dopo la sparatoria.
Da allora la vita di Stacchio e dello stesso gioielliere Zancan è cambiata per sempre: entrambi sono finiti sotto scorta per le continue minacce accompagnate da buste da lettera contenenti proiettili e il benzinaio è passato da iscritto al registro degli indagati a emblema della legittima difesa per l’opinione pubblica e, in particolare, per la Lega Nord.
