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Ttip leaks, Greenpeace: “Così gli Usa vogliono imporre Ogm e pesticidi in Europa”

Greenpeace pubblica un documento riservato di 248 pagine che dimostra le pressioni degli Stati Uniti all’Unione Europea nei negoziati sul TTIP. Gli Usa chiedono all’UE di rinunciare al “principio di precauzione” e di giustificare l’eventuale voto contro la commercializzazione di prodotti Ogm.
A cura di Davide Falcioni
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Sono stati chiamati TTIP leaks e, dopo gli scandali di Panama Papers, rappresentano una nuova fuga di notizie stavolta riguardante il negoziato segreto in corso tra Stati Uniti e Unione Europea per il Ttip (Partenariato transatlantico sulla liberalizzazione del commercio e la protezione degli investimenti). A partire dalle 11 la sezione olandese di Greenpeace, con l'hashtag #TTIPleaks, pubblicherà le 248 pagine con gli aggiornamenti all'ultimo "round" della trattativa risalente al mese di marzo. Il dossier, dato in visione a un gruppo selezionato di media europei (tra cui il Guardian, Le Monde, El Pais, e Sueddeutsche Zeitung) e ad Askanews ed Eunews in esclusiva per l'Italia, svela per la prima volta la posizione negoziale degli Usa, che finora era stata mantenuta sempre confidenziale (a differenza della posizione europea, in gran parte pubblica).

Greenpeace: "Il TTIP una minaccia alle economie"

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Secondo Greenpeace il documento confermerebbe tutte le preoccupazioni espresse negli ultimi anni dalla società civile e le associazioni ambientaliste, convinte che il trattato di "libero scambio" rappresenti una minaccia per le economie di molti paesi, dando il via libera a multinazionali e potenti lobby industriali di accedere, influenzandoli pesantemente, ai meccanismi decisionali delle norme Ue fin dalle sue fasi preliminari, con un pericolo per i processi democratici. Il TTIP è "una porta aperta per le lobby delle ‘corporation'" secondo Greenpeace, che accusa gli USA di un "deliberato tentativo di cambiare il processo decisionale democratico dell'Ue".

Dai TTIP leaks risulterebbe evidente l'intenzione degli Stati Uniti di costringere l'Unione Europea a rinunciare al "principio di precauzione" come base per la gestione del rischio nell'approccio legislativo riguardo alle politiche di protezione della salute e dell'ambiente, e in particolare per la regolamentazione delle sostanze chimiche, dei pesticidi, degli Organismi geneticamente modificati (che vengono citati nei documenti con il termine "moderne tecnologie in agricoltura" e mai con la loro sigla Ogm). Secondo Jorgo Riss, direttore dell'Ufficio europeo di Greenpeace, "per gli Usa, se una sostanza sul mercato presenta un rischio, quel rischio va gestito. Per l'Ue, invece, quella sostanza va evitata, e, quando è possibile, sostituita con una sostanza alternativa meno rischiosa". L'ong sottolinea che "il principio di precauzione è iscritto nei Trattati Ue, ma sorprendentemente, non viene citato neanche una volta in queste 248 pagine, come se all'Ue non interessasse difenderlo. Così come – ha notato ancora Riss – non viene mai menzionata neanche la clausola delle ‘Eccezioni generali' che da quasi 70 anni è presente nei trattati commerciali internazionali (art. XX Gatt/Wto), e che consente agli Stati di decidere restrizioni al commercio ‘per proteggere la vita o la salute umana, degli animali e delle piante', e per ‘la conservazione delle risorse naturali esauribili".

Greenpeace: "Gli Usa vogliono influenzare i processi democratici in UE"

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A inquietare, sempre secondo Greenpeace, è il capitolo sulle misure sanitarie e fitosanitarie (Sps) in cui sarebbe evidente il tentativo americano di modificare e influenzare pesantemente i processi decisionali democratici dell'Ue nei settori ambientale, della protezione della salute e della politica dei consumatori. Gli USA – come rivela Askanews – "chiedono di sottoporre tutto il processo di valutazione del rischio nell'Ue a una consultazione pubblica e soprattutto a una discussione serrata con la controparte americana, a cui verrebbe dato il diritto di riaprire le conclusioni delle autorità competenti (come l'Efsa di Parma per la sicurezza alimentare) e di proporre possibili alternative volte a conseguire un appropriato livello di protezione". Non solo: alle autorità competenti, che hanno finora potuto agire in perfetta autonomia, viene richiesto di giustificare le loro conclusioni precisando in che modo abbiano "tenuto conto delle pertinenti norme, linee guida e raccomandazioni internazionali riguardanti il rischio in questione", e delle "tecniche di valutazione del rischio sviluppate dalle pertinenti organizzazioni internazionali".

Per Greenpeace gli statunitensi – nel corso del negoziato – pretenderebbero che i governi degli Stati membri dell'Ue giustifichino il loro eventuale voto contro la commercializzazione di prodotti americano (soprattutto gli Ogm), spiegando su quali basi e prove scientifiche si sono basati. Se questa richiesta venisse accettata i paesi europei non potrebbero ad esempio più opporsi alla coltivazione di Ogm sul proprio territorio, adducendo motivazioni socio-economiche come il rifiuto della popolazione o la necessità di evitare contaminazioni delle altre colture.

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