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Lancia figlia dal viadotto, padre e bimba visti camminare mano nella mano prima della tragedia

C’è poca voglia di parlare nella scuola di Ludovica, la bambina di dieci anni che ha trovato la morte dopo essere stata lanciata dal viadotto Alento, sulla A14, a Francavilla al Mare, dal papà Fausto Filippone, poi suicida dallo stesso viadotto. Nel pomeriggio, le parole del questura durante la conferenza stampa.
A cura di Susanna Picone
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All’indomani della tragedia consumata sulla A14, dove Fausto Filippone ha gettato da un viadotto a Francavilla al Mare (Chieti) la figlia di dieci anni e poi si è suicidato, c’è sgomento, dolore e incredulità nella scuola primaria di via del Concilio a Pescara frequentata dalla piccola Ludovica. Questa mattina i suoi compagni di classe non sono a scuola, le attività ricreative sono sospese per tutta la settimana, la bandiera è a lutto e nessuno ha molta voglia di parlare. Qualche parola per la piccola gettata dal viadotto l’ha pronunciata la dirigente scolastica Valeriana Lanaro. “Ludovica – ha detto – era una bimba splendida, brava e molto dolce. Aveva una predisposizione per le arti. Questo è un momento molto particolare con il pensiero fisso degli amichetti di Ludovica che non la vedranno più che è oggi molto forte e intenso. Parliamo di un dramma nel dramma con delle emozioni molto forti”. La dirigente scolastica, in quella scuola solo da settembre, ha detto che non conosceva personalmente i genitori della bimba ma di aver saputo “di una famiglia molto attenta”, con i genitori che seguivano l’alunna. “Era solare come tutti i bimbi della sua età. Era bravissima”, il ricordo di Ludovica Rocco Masci, vicepreside dell'Istituto Comprensivo 8 di via del Concilio a Pescara. “La conoscevo e sapevo che il prossimo anno avrebbe frequentato la scuola media Tinozzi e so che aveva chiesto di poter studiare il pianoforte o il clarinetto. Quindi, ho avuto modo di conoscerla nel corso delle prove attitudinali. Dal voto che ha preso sarebbe stata ammessa alla classe di clarinetto. Partecipava anche al coro della scuola”.

C’è dolore e incredulità anche in un’altra scuola, il Liceo Leonardo da Vinci di Pescara, dove insegnava Marina Angrilli, morta ieri mattina dopo essere precipitata da una palazzina a Chieti Scalo, mamma di Ludovica e moglie di Fausto. “Gli alunni – ha detto all’Ansa il preside Giuliano Bocchia – sono turbati e sconvolti. Abbiamo fatto una riflessione pedagogica anche con il supporto di uno psicologo nelle tre classi dove insegnava la professoressa Angrilli dai più piccoli ai più grandi per aiutare ad elaborare il dolore e a capire la complessità della vita”. “Un'insegnante che esigeva il massimo dagli alunni perché sapeva quanto valessero e voleva tirare fuori il meglio da loro. Allegra e gioviale – è il ricordo del preside – e nell'ultimo periodo di buon umore. Nulla da lei traspariva o faceva presupporre quello che sarebbe potuto accadere. Voleva molto bene alla figlia e ne parlava spesso”.

"Una famiglia senza problemi, con una vita normale. Sentendo familiari e vicini non sono emersi  elementi che possano far pensare a problemi familiari o liti". Così è stata descritta durante la conferenza stampa a Chieti la famiglia di Fausto Filippone. L'uomo e sua figlia poco prima della tragedia di ieri sono stati visti inoltre camminare mano nella mano sull'autostrada, sempre secondo quanto emerso durante la conferenza stampa. Stando ad alcuni automobilisti, i due si erano
allontanati circa 200 metri dall'auto, camminando vicino al guardrail, prima di giungere nel punto da cui è precipitata la
bambina. "Era una famiglia perbene" ha  detto il questore, Vincenzo Palumbo. La settimana scorsa la famiglia aveva partecipato alla cena di fine anno dello sci club Aterno di Pescara che frequentava da cinque anni. "Erano sereni – racconta ipresidente, Mattia  Giansante – e Ludovica era particolarmente soddisfatta per aver ritirato la coppa per le gare vinte a fine corso di sci".

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