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Torino, blitz dei Nas nel ristorante di Cannavacciuolo: il giudice di Masterchef nei guai

Cibi congelati presentati come freschi e la mancanza di un corretto sistema di tracciabilità di alcune materie prime utilizzate in cucina. Per questi motivi, è scattata la doppia sanzione nei confronti dei titolari del Bistrot Cannavacciuolo. Lo chef napoletano prova a chiarire non senza una vena di polemica: “Storie come questa fanno venire voglia di andarsene da un’altra parte”.
A cura di Biagio Chiariello
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C’è anche il neonato Bistrot Cannavacciuolo, aperto la scorsa estate dal noto chef televisivo, tra i locali sanzionati dai Nas nell’ambito delle verifiche che hanno preso di mira i ristoranti più esclusivi di Torino. Come riportato da La Stampa, i carabinieri hanno contestato la mancata segnalazione sull’utilizzo di cibi congelati e la mancanza di un corretto sistema di tracciabilità di alcune materie prime utilizzate in cucina. Per la moglie del giudice di MasterChef Italia, Cinzia Primatesta, responsabile della società Ca.Pri. che gestisce la catena di ristoranti dello chef, e per il direttore della ristorazione del bistrot Torino, Giuseppe Savoia, è scattata la doppia denuncia a piede libero per frode in commercio e una multa di 1500 euro.

Cibi congelati presentati sul menù come freschi

Ma cosa hanno trovato i Nas nel ristorante di Cannavacciuolo? Pesce, pasta, dolci e ortaggi, tutti sottoposti al processo di “abbattimento”. E non ci sarebbe neanche nulla di male, se non fosse che sui menù destinati ai clienti,  accanto ai piatti proposti, mancava l’indicazione degli alimenti congelati. La seconda violazione (amministrativa) sarebbe legata alla registrazione dei prodotti, consegnati di volta in volta al locale, non esattamente puntuale.

La difesa di Cannavacciuolo

Ora però Antonino e il suo staff ci tengono a precisare che la doppia sanzione è derivato solo da un grosso equivoco. O meglio di un’applicazione “troppo rigida delle regole”. A spiegare tutto, sempre al quotidiano torinese, è lo stesso chef napoletano: “Quella che finisce in tavola è sempre fresca, ci mancherebbe. Può succedere, però, che ne avanzi un po’. E allora viene congelata, ma esclusivamente per uso personale e non per essere proposta successivamente ai clienti. Insomma, il cibo buono non si butta. Ma quella roba, lo ripeto, ce la mangiavamo noi e nessun’altro”. E questo è il chiarimento riguardo ai prodotti congelati. Ma per ciò che concerne le materie prime non tracciate? “Non sono state riscritte le schede dei singoli fornitori sui registri del ristorante. Evidentemente, negli ultimi tre giorni, nessuno ne aveva avuto ancora il tempo” chiarisce Cannavacciuolo. Chiosa finale: “Si parla tanto delle difficoltà che gli imprenditori sopportano per lavorare in Italia, in qualsiasi settore. Ecco: storie come questa fanno venire voglia di andarsene da un’altra parte”.

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