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Tim, sfiduciato dal cda l’amministratore delegato Amos Genish

Il cda di Tim ha revocato, con decisione assunta a maggioranza e con effetto immediato, tutte le deleghe conferite all’amministratore delegato della società Amos Genish. Al manager sarebbe mancato l’appoggio di Elliott. Convocata una nuova riunione del consiglio di amministrazione per il 18 novembre al fine di provvedere alla nomina di un nuovo ad.
A cura di Susanna Picone
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Sfiducia per l'ad di Tim Amos Genish. Il cda, in maggioranza espressione dell’azionista Elliott, ha revocato le deleghe al manager. In un primo momento era trapelata la notizia di sue dimissioni poste sul tavolo, poi è emersa la versione della rottura all'interno della compagine di amministratori. “Il consiglio di amministrazione di Tim, riunitosi in data odierna, ha revocato con decisione assunta a maggioranza e con effetto immediato tutte le deleghe conferite al consigliere Amos Genish e ha dato mandato al Presidente di finalizzare ulteriori adempimenti in relazione al rapporto di lavoro in essere con lo stesso”, è quanto recita una nota diffusa al termine di un cda straordinario. Il gruppo spiega inoltre che in conformità al piano di successione degli amministratori esecutivi adottato da Tim “le deleghe revocate al consigliere Amos Genish sono state provvisoriamente assegnate al presidente del consiglio di amministrazione”. Il presidente del comitato nomine e remunerazione ha provveduto alla convocazione dello stesso comitato per gli adempimenti di sua competenza relativamente alla individuazione del nuovo amministratore delegato.

Il 18 novembre il nuovo ad – Una nuova riunione del consiglio di amministrazione di Tim è stata convocata per il giorno 18 novembre, quando si provvederà alla nomina di un nuovo amministratore delegato. “Il consiglio di amministrazione – si legge ancora nella nota ufficiale – ringrazia Amos Genish per il lavoro svolto nell’interesse della società e di tutti i suoi stakeholders in questi quattordici mesi di intensa attività”. Genish di fatto è stato sfiduciato dai consiglieri in quota Elliott che pur essendo azionista con l’8,65 percento ha la maggioranza nel board. “È stata una mossa molto cinica e volutamente pianificata in segreto, per creare la massima destabilizzazione e influenzare i risultati di Tim, e dopo un diniego ufficiale di domenica, senza la conoscenza di molti membri del consiglio e mentre l'amministratore delegato stava negoziando per Tim e portando avanti il suo doveri dall'altra parte del mondo. Denunciamo la destabilizzazione di questa decisione e il metodo vergognoso”, ha dichiarato un portavoce di Vivendi dopo la sfiducia.

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