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Testamento biologico, Senatori a vita chiedono di approvarlo subito: “Questione di libertà”

I Senatori a vita Elena Cattaneo, Mario Monti, Renzo Piano e Carlo Rubbia hanno pubblicato un appello su Repubblica per chiedere l’approvazione immediata della legge su testamento biologico, già approvata alla Camera, e che ora è ferma in Senato: sono oltre 3mila gli emendamenti da discutere in Commissione.
A cura di Annalisa Cangemi
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La legge sul testamento biologico è ferma a Palazzo Madama da mesi, e aspetta di essere discussa. I Senatori a vita hanno lanciato un appello perché la legge sul "fine vita" venga approvata senza ulteriori modifiche al Senato. La discussione che negli ultimi mesi è stata rinviata più volte: la legge doveva arrivare in Aula già il 27 giugno, ma la discussione fu spostata al 25 luglio. E poi di nuovo rinviata a settembre. Il motivo? Oltre 3mila emendamenti da passare in esame. In Italia sull'eutanasia non c'è una chiara regolamentazione, e per questo chi può e desidera porre fine alla propria vita parte per la Svizzera, nonostante sia una pratica molto costosa. La legge è già stata approvata alla Camera ad aprile di quest'anno con una larga maggioranza: 326 voti favorevoli, 37 contrari e solo 4 astenuti.

L'appello dei Senatori su Repubblica

I Senatori a vita Elena Cattaneo, Mario Monti, Renzo Piano e Carlo Rubbia chiedono l'approvazione della legge sul fine vita entro la fine della legislatura. Ecco il testo: "Da più di cinque mesi il disegno di legge sul "testamento biologico" è impantanato nella Commissione Sanità del Senato. Nonostante tutti i sondaggi fatti sul tema dimostrino, da almeno un decennio, il consenso di un'amplissima maggioranza di italiani, tremila emendamenti (in massima parte ostruzionistici) e discussioni infinite ostacolano la definitiva approvazione di una legge che non è di destra, di centro o di sinistra"- scrivono i senatori – "Senza distinguo, dà valore alla volontà di ciascuno, tutela la dignità di tutti. Il cosiddetto testamento biologico non rappresenta più, da tempo, la frontiera "divisiva" dei "nuovi" diritti civili. Quella del fine vita è una questione di libertà, di rispetto della volontà, di dignità del vivere e del morire che dev'essere lasciata quanto più possibile alla scelta di ciascuno. Come Senatori a vita, chiamati ad esercitare un ruolo il più possibile libero da ogni condizionamento, appartenenza o calcolo, crediamo che questo Parlamento onorerebbe il Paese se, adottando in Senato senza modifiche il testo già approvato dalla Camera, trattasse i suoi cittadini da adulti, lasciando loro a fine legislatura, come un prezioso legato, il riconoscimento di questo spazio incomprimibile di libertà e responsabilità". 

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